Ora che i riflettori si sono spenti, possiamo finalmente parlare di muri e libertà, senza la retorica che ha caratterizzato molte delle manifestazioni di questi giorni.
È fuori discussione che la caduta del Muro di Berlino sia stata un punto di svolta nella storia mondiale. Tuttavia, è opportuno che si parli un po di più di ciò che ha portato a questa caduta e di ciò che rimane di questo Muro.
In primis ricordiamo che la sovietizzazione della Germania orientale è stata opera di Stalin, quello stesso dittatore sanguinario che, al sentire i suoi consiglieri che gli ricordavano sempre limportanza del Vaticano nello scacchiere internazionale, chiese spavaldamente «quante divisioni ha il Papa?» per rimarcare la propria superiorità militare. Salvo poi essere clamorosamente smentito dalla storia, visto che un Papa sopravvissuto al governo comunista polacco e a un attentato commissionato dai servizi segreti bulgari (di quella Bulgaria che avrebbe voluto diventare la sedicesima repubblica sovietica!), ha saputo usare il suo soft-power per partecipare, alla pari con il presidente statunitense Reagan e il presidente russo Gorbaciov, alla distruzione di questo simbolo di tirannia, miseria e odio.
A questo punto viene spontaneo richiamare il ruolo dellimportanza delle radici cristiane nellEuropa moderna, ma non è questa la sede più adatta.
Trovo opportuno, inoltre, sottolineare il ruolo di quanti, nel corso dei decenni, non si sono piegati al comunismo, ma hanno saputo custodire quel germoglio di libertà che nel 1989, in buona parte dellallora blocco sovietico, è fiorito. Anche queste persone, nel loro piccolo, hanno dato la loro picconata e sono riuscite a indebolire quella solidità che il Muro mostrava e che aveva spaventato i più. Perché, e questo è un altro punto che la retorica di questi giorni non ha toccato, il Muro, e con esso lintero blocco sovietico, era destinato a crollare miseramente per linadeguatezza delle sue fondamenta ideologiche! È pur vero che in Italia sono serviti altri 19 anni per vedere luscita della sinistra comunista dal Parlamento, ma è sempre meglio tardi che mai...
Infine, il nostro pensiero in questi giorni deve andare anche a quelli per cui il Muro non è ancora crollato. Mi riferisco a Stati vicinissimi allEuropa, come la Bielorussia, ancora in balia dello stesso dittatore dellepoca sovietica, oppure a Stati per i quali lUnione europea sta facendo dei grandi sforzi, come lAfghanistan. Laddove manca la libertà, cè ancora bisogno di picconare e di abbattere i muri, anche se solo metaforici. È necessario agire sulla consapevolezza che i cittadini hanno del loro ruolo e dellimportanza che a loro spetta nella gestione della cosa pubblica.
Dobbiamo continuare a lottare per la libertà, perché se è vero che ventanni fa si è raggiunto un risultato enorme, è anche vero che non è tutto oro ciò che luccica.
*Parlamentare europeo Pdl
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