L’INTERVISTA 2 GIUSEPPE SCOPELLITI

RomaSindaco Giuseppe Scopelliti, gli amministratori locali del nord sono in rivolta per la deroga al patto di stabilità concesso a Roma. Dicono: «O tutti o nessuno...». Condivide?
«Il lato paradossale della vicenda è che l’ordine del giorno incriminato, su cui s’è astenuta la Lega, arrivi proprio dal Pd, partito che ha messo in ginocchio Roma».
Ma è d’accordo con il privilegio concesso ad Alemanno?
«Sì, sono d’accordo. Un aiuto in più per un sindaco che s’è trovato con le casse vuote per colpa delle amministrazioni fallimentari di Rutelli e Veltroni».
Dica la verità: lo dice perché Alemanno, collega di partito, è suo amico?
«Macché. Se Alemanno fosse stato il responsabile dello scempio economico della Capitale, non sarei stato indulgente e gli avrei sicuramente detto di assumersi le proprie responsabilità».
Insomma, l’aiutino a Roma va bene. Ma gli altri? Non ne avrebbero diritto tutti?
«Roma è la Capitale ed è giusto che lo Stato faccia un sacrificio in più. Ma la penso così anche se nelle stesse disastrate condizioni economiche si fossero trovate Milano o Napoli».
Ma per la sua Reggio Calabria non le farebbe comodo poter spendere un po’ di più in infrastrutture, senza i paletti del patto di stabilità?
«Certo che mi farebbe comodo! Sono tuttavia consapevole che se tutti sforassero con i propri bilanci, ci sarebbero dei grossi problemi in termini di conti pubblici generali».
La sua è una posizione molto comprensiva nei confronti di Roma... Perché?
«Perché credo che il governo non possa non avere un particolare occhio di riguardo per la città più importante d’Italia. Certo, mi aspetto anche che il governo ascolti tutti».
Che dovrebbe fare?
«Prestare maggior attenzione a tutti i sindaci e a tutte le amministrazioni locali, specie quelle del Mezzogiorno».
Ah ecco...
«Il Pdl dovrebbe guardare molto di più al Sud e dialogare con tutti i primi cittadini d’Italia».
Malpensa prima, il patto di stabilità poi... Esiste una Questione Settentrionale?
«Esiste perché ce l’abbiamo tutti sotto gli occhi, basta leggere i giornali. Ma agli amici della Lega dico soltanto che deve esistere una questione Paese, naturalmente più importante del Nord».
Dal Carroccio insistono: «Così esistono “figli e figliastri” e si castigano i virtuosi», guarda caso tutti al nord...
«La Lega guarda solo una parte del Paese. Comprendo le loro ragioni ma non credo sia del tutto corretto».
Ieri è scoppiato l’ennesimo caso con i lùmbard. Secondo lei l’ultimo mal di pancia potrà avere delle ripercussioni politiche nella maggioranza?
«Ma no, non penso proprio... Il Carroccio è solito a queste spinte in avanti... Ma poi tutto rientrerà».
Ne è così sicuro?
«Sì, perché tutti, nella coalizione che regge questo governo, sappiamo che i nostri elettori ci chiedono buonsenso, comprensione e sinergie».


Però anche il «Secolo d’Italia» scriveva: «Il nord si sta allontanando dal resto del Paese e la Lega è un elemento trainante. Il nuovo Pdl deve rappresentare anche gli interessi del Settentrione»...
«Il nuovo Pdl deve guardare al nord, al centro e al sud. Con un obiettivo chiaro: capire che la gente vuole principalmente unità e coesione».

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