L’INTERVISTA 4 FORMIGONI

«È stata una vittoria politica. E quella di Fini è stata una clamorosa sconfitta politica» commenta il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni.
Fini dovrebbe dimettersi da presidente della Camera?
«Lo decida lui, non è così importante ma certamente non è stato molto corretto in questo periodo. Lui dice di comportarsi correttamente in aula, ma chi ha un ruolo super partes è un garante delle istituzioni in tutta la sua vita pubblica».
È stato scorretto anche in aula?
«Non dico questo ma è come se Napolitano facesse un partito suo o se Schifani facesse un partito suo. È stato sconfitto lo stesso, a questo punto valuti lui».
Quali quotazioni dà al voto anticipato?
«Il governo ha la fiducia, c’è stato un fatto politico nuovo che è l’appello di Berlusconi ai moderati: con toni, argomenti e modi giusti. Questa è la linea che Berlusconi con il Pdl vuole seguire: allargamento a tutti i moderati. Auspichiamo che i moderati del Parlamento accolgano l’invito».
È un appello ai partiti o ai parlamentari?
«Spero che si uniscano singoli parlamentari ma mi aspetto una riflessione anche nei partiti».
Si riferisce solo all’Udc?
«In primis, ma in Parlamento ci sono diversi schieramenti moderati. C’è una vasta area di disagio anche all’interno del Pd: molti parlamentari da tempo soffrono la deriva a sinistra, questo ritorno del Pd al Pci. Abbracci con Di Pietro, occhiolini a Vendola, ritorno di Bertinotti, Diliberto, Ferrero. Sono molti gli ex popolari a disagio».
Porte aperte alla sinistra delusa?
«L’appello è rivolto anche a loro. Sarebbero i benvenuti, siamo pronti a un dialogo senza pregiudiziali e con pari dignità per tutti».
Porte chiuse al Fli?
«Berlusconi ha detto: porte chiuse a Fini e agli estremisti del Fli. Invece ci sono molti parlamentari del Fli che non hanno usato toni estremisti, hanno vissuto disagio e tormento, alcuni hanno votato già oggi per noi, altri mi auguro che possano riflettere. La scissione li ha condotti sugli scogli. Le aperture e l’invito a collaborare sono rivolti anche a loro. Noi siamo pronti ad accoglierli e a lavorare insieme».
Pensa che il governo Berlusconi arriverà alla fine della legislatura?
«Sono convinto di sì, che nei prossimi giorni e nelle prossime settimane ci sarà una risposta a questo appello ai moderati e che si potrà arrivare alla fine della legislatura con il compimento delle riforme promosse. Abbiamo sempre detto che sarebbe un delitto votare in un momento di crisi economica europea. Non volevamo elezioni ieri, a maggior ragione non le vogliamo oggi dopo la fiducia».
La Lega sembra impaziente di andare al voto.
«Bossi ha usato parole chiare verso l’Udc e gli accordi sono possibili su federalismo, legge sulla famiglia, sulla vita. È il modello che proponiamo da sempre: intangibilità dell’accordo con la Lega, ma apertura a tutti gli spezzoni moderati».
Crede l’accordo con Casini davvero possibile?
«Me lo auguro. Diamo tempo al tempo, mi auguro che questa cosa avvenga e sono ottimista. Anche questo ottimismo, come quello dei giorni scorsi, è fondato sulla ragione e non sul sentimento».
L’intesa è vicina?
«Bisogna parlarsi, ma la strada è questa per dare stabilità all’Italia e rappresentare il 60 per cento dell’Italia moderata che non ne vuole sapere della sinistra e meno che mai di black bloc e assalti alla Gelmini e fischi alle istituzioni.

Non ci piace né la sinistra parlamentare né quella extraparlamentare».
Per le Regioni è una bella giornata?
«Torniamo ad avere come interlocutore un governo nella pienezza dei suoi poteri, che rafforzerà la cooperazione sul federalismo e il trasporto pubblico locale».

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