L’INTERVISTA 4 GIANCARLO ABELLI

Giancarlo Abelli ha il telefono occupato, anzi occupatissimo. Nell’ordinanza della maxi operazione della Dda di Milano contro la ’ndrangheta, si legge che Pino Nieri, arrestato ieri, avrebbe convogliato voti sul deputato del Pdl, su indicazione di Antonio Chiriaco, direttore della Asl di Pavia, anche lui arrestato.
Abelli risulta estraneo ai fatti e non è indagato. Non è la prima volta che viene associato a vicende giudiziarie in cui non è accusato di nulla. Per l’inchiesta su Montecity Santa Giulia, che ha portato all’arresto della moglie Rosanna Gariboldi, è accaduto qualcosa di simile.
Il suo telefono è ancora occupato e nel frattempo l’agenzia di stampa Ansa manda un lancio in cui il deputato del Pdl precisa: «Io non ho mai chiesto niente. Se uno nel far campagna elettorale chiede di votare per qualcuno, cosa c’entro io? Io non ho mai chiesto niente». Quando finalmente il suo cellulare suona libero, l’ex consigliere regionale lombardo risponde con un tono quasi rassegnato.
Come commenta la parte dell’inchiesta in cui si fa il suo nome?
«E che ne so, che cosa devo dire, vedo che mi fanno passare come un boss della sanità lombarda».
Onorevole Abelli, ma lei ha chiesto voti alla ’ndrangheta?
«Mi pare che si dica chiaramente che non c’entro un accidenti. Che rilevanza ha se un tizio chiama e dice: votate questo o quest’altro? Però tutte le volte che c’è un’inchiesta tirano fuori il mio nome, o direttamente o indirettamente. Devo dire che sono un po’ stufo, mi sembra una persecuzione. E poi scusi, posso fare un’osservazione sulla ’ndrangheta?».
Quale osservazione?
«Se la ’ndrangheta investiva su di me, doveva essere un investimento che doveva rendere qualcosa. Ma io mi sono dimesso subito dopo essere stato eletto! Se avessi fatto un accordo con la ’ndrangheta, mi troverei in un fosso o in un pilastro incementato. Sarei un temerario a mettermi d’accordo con questi e poi a dimettermi. La verità è che non ho chiesto a nessuno il permesso di candidarmi né di dimettermi. Oltretutto, quei voti lì credo di non averli presi».
Come fa a dire che non ha preso quei voti?
«Guardi, rispetto al risultato del 2005 ho avuto un decremento notevole di voti. Quindi o questi non contano un accidente o non hanno votato per me. Oppure sono vere tutte e due le cose. Conosco Chiriaco, ma non ho mai fatto contratti per i voti. Pino Neri non l’ho mai visto né conosciuto».
Conosce bene Antonio Chiriaco, il direttore dell’Asl di Pavia arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa e corruzione?
«Antonio Chiriaco si è autosospeso e se le cose di cui è accusato sono vere, non è messo bene. Lo conosco da tempo, da quando era appena specializzato e voleva fare carriera nella direzione sanitaria: adesso è una posizione ambita, ma allora nessuno voleva fare il direttore sanitario. Dicono che è stato da me? Ma quante volte negli anni è stato da me?».
Non sapeva nient’altro di lui?
«Lo conosco come medico, non come esponente della criminalità organizzata. Quel che so e che posso dire io è che ha fatto carriera nella Asl di Pavia secondo un percorso professionale, non grazie alla ’ndrangheta».


E perché Chiriaco chiedeva a Pino Neri di votare per lei?
«Chiriaco lo conosco come medico, so che poi si è dato alla politica, quel che fa nella vita privata non sono affari miei».
Ma qual è la sua opinione sull’intera vicenda?
«Si cerca di dare maggiore rilievo all’inchiesta tirando in ballo i politici. Ormai capita spesso così».

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