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L’INTERVISTA 4 IL MEDICO

Sono decine le e mail arrivate in redazione sull’attività svolta dall’Aims (Accademia di minichirurgia invasiva) presso l’ospedale Niguarda di Milano. Converrà ricordare brevemente l’accaduto. L’Aims Academy, in collaborazione con l’ospedale Niguarda, ha dato luogo a una conferenza internazionale di chirurgia laparoscopica avanzata. Qualcuno però si è accorto che il corso prevedeva, come specificato nel programma, interventi dimostrativi realizzati con sessioni pratiche sugli animali vivi. A questo punto c’è stata un’ondata di proteste perché in Italia la sperimentazione a scopo didattico è vietata. Unica eccezione l’«inderogabile necessità, qualora non sia possibile ricorrere a metodi alternativi». Ancor prima che la sessione sugli animali avesse luogo è intervenuta anche Brigitte Bardot, con queste parole: «Inorridisco nel vedere che dei ricercatori non danno prova di umanità verso esseri viventi, sensibili al dolore. L’Italia, mio Paese del cuore, non sia complice di questo crudele test animale. Il seminario di Milano è il simbolo di una ricerca arcaica. Per me questi individui sono apprendisti stregoni che meritano disprezzo». «Brigitte Bardot? Non sa quello che dice» ha risposto il professor Raffaele Pugliese dell’Aims, «si tratta di corsi di formazione, in atto da tempo, in cui sono illustrati prima interventi su umani, poi su modellini (organi recuperati in macelleria), infine su maialini, nel rispetto scrupoloso della legge». A questo punto lascerei la parola a uno dei tanti medici che ci hanno scritto, denunciando tali esperimenti arcaici, il Dr. Stefano Cagno, dirigente psichiatra a Vimercate, punta di diamante della lotta scientifica contro la vivisezione.
L’impiego degli animali è indispensabile per la ricerca scientifica?
«Non esiste alcuna pubblicazione in tutta la letteratura scientifica che dimostri l’affidabilità del cosiddetto modello animale. Ogni specie differisce da tutte le altre da un punto di vista genetico e quindi anatomico, fisiologico e patogenetico. Due esempi per tutti. Negli USA il 51% dei farmaci sicuri negli animali hanno provocato nei pazienti gravi reazioni avverse (morte, pericolo di morte, invalidità permanente) dopo la commercializzazione. Il celebre chirurgo Starzl ha dovuto interrompere per tre volte i primi tentativi di trapianto del fegato (che riuscivano perfettamente negli animali), perché quasi tutti i pazienti morivano.
E per il chirurgo non può essere utile “farsi la mano" sugli animali?
«Assolutamente no! L’anatomia degli animali è differente da quella della nostra specie e così anche la consistenza dei tessuti. Come sempre succede utilizzando gli animali, le vere "cavie" sulle quali si impara sono i primi pazienti su cui si interviene, con l’aggravante che il chirurgo che si è "fatto la mano" sugli animali è convinto di trovare le stesse condizioni anche nei suoi pazienti e quindi sbaglierà di più poiché spinto da una falsa sicurezza. Trovo, inoltre, scandaloso che gli organi di controllo continuino a concedere autorizzazioni quasi automaticamente per gli esperimenti sugli animali, ma peggio ancora se questi sono compiuti per la didattica per la quale, è innegabile, esistono alternative e per la legge, se esistono alternative, l’impiego degli animali dovrebbe essere vietato».
È vero che gli animali negli interventi di chirurgia non soffrono perché anestetizzati?
«La sofferenza è un aspetto importante, ma per alcuni versi è un falso problema. I medici che contestano l’impiego degli animali nella ricerca lo fanno perché ritengono che nel 2010 non si possa utilizzare un metodo così inaffidabile. Nella chirurgia di solito l’animale viene anestetizzato e a volte, ma non sempre, soppresso prima del risveglio, quindi non soffre. Tuttavia rimane scientificamente un «sacrificio» inutile. Chi utilizza gli animali nella ricerca usa proprio questo termine di sapore religioso per indicare l'uccisione dell'animale e fa bene.

La validità di tali ricerche, infatti, è accettato dogmaticamente poiché indimostrabile secondo criteri realmente scientifici».

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