L’INTERVISTA GIGI BUFFON

Dal campo vero a quello virtuale, che ha fatto sognare e divertire per decenni tantissimi italiani. Gigi Buffon è uno di questi: vittorie e trofei importanti, un portiere tra i più forti del mondo, ma non tutti sanno che il Subbuteo è una delle sue grandi passioni. Una scintilla scoccata quasi per caso, come è accaduto per tanti cultori del campo verde. E il numero uno della Juventus e della nazionale lo è: tuttora continua ad essere un patito degli «omini», tanto da vantare una collezione invidiabile, costruita con pazienza pezzo dopo pezzo sin da piccolo.
Buffon, quando nasce la passione per il Subbuteo?
«Avevo sette anni e mi regalarono il campo verde. Fu un colpo di fulmine, passavo ore e ore a giocarci, mi appassionava tantissimo. Da allora non ho più smesso».
I ricordi più belli legati al Subbuteo?
«Il Natale, i miei genitori mi regalavano sempre una squadra nuova e non facevo nemmeno in tanto a scartare la confezione che già avevo disposto gli omini sul campo. E poi via, sfide interminabili tanto che era difficile staccarsi da quel campo verde».
Negli anni (ora ne ha quasi 31), avrà avuto modo di costruire una ricca collezione di squadre.
«Ne ho 500, di tutti i Paesi. Ho grandi club e nazionali importanti. Un numero enorme, non so quanti ne abbiano così tante».
Ma il campo verde ce l’ha ancora?
«Eccome no, anzi ora è diventato uno stadio vero e proprio. Nel corso degli anni ho aggiunto tribunette, steccato, lampioni, insomma l’ho abbellito con il maggior numero di accessori disponibili sul mercato. Sembra davvero un impianto all’avanguardia».


Ci gioca sempre?
«Ora ho un po’ meno tempo, anche perché mi dedico di più al mio figlio piccolo Luis Thomas. Chissà se anche lui un giorno si appassionerà. Ma ogni tanto butto un occhio al campo verde e sono orgoglioso».

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