L’INTERVISTA LINO BANFI

«Con il borsello avevo lo stesso rapporto che oggi ho con il cellulare: lo perdevo sempre». Nonostante questo Lino Banfi, popolarissimo attore pugliese, non ha rinunciato all'oggetto di culto della sua gioventù.
Ma a lei piacevano i borselli?
«Mi piacevano molto. Quando si usavano li portavo anche io, come la maggior parte dei giovani della mia epoca. Ma quando mi sono reso conto che, come succede adesso con il telefonino, li perdevo sempre, a casa mi hanno vietato di continuare a usarli».
Lei quindi perde sempre il suo cellulare?
«Di continuo. Una volta sono riuscito a dimenticarlo persino in un bagno pubblico».
Qual è invece il luogo più strano nel quale ha lasciato il suo borsello?
«Una farmacia svizzera. Stavo girando un film a Zurigo e mi sono accorto di aver dimenticato la borsa soltanto dopo il mio rientro in Italia. Non sono mai più riuscito a recuperarla».
Come mai aveva questo rapporto così difficile con il suo borsello?
«Credo dipendesse dalle dimensioni. A me non piacevano quelli grandi, usavo solo i modelli più piccoli, molto più facili da perdere».
Si ricorda chi le ha regalato il suo primo borsello?
«Sì, certo. È stata mia moglie. Un giorno me lo ha fatto trovare a casa come sorpresa. Era di pelle bordeaux, uguale alle scarpe che avevo appena comprato».
I protagonisti dei suoi film erano appassionati di borselli?
«Assolutamente no. Sul set non ne ho mai indossato uno, neanche quando erano di gran moda. Di solito interpretavo la parte dell'insegnante, del preside, del bidello. Figure che usavano borse da lavoro non borselli di moda».
Ricorda chi usava il borsello ai suoi tempi? Che categoria di giovani?
«Direi un po' tutti. Non soltanto quelli che oggi definiremmo fighettini. Era un oggetto di gran moda, ma soprattutto era comodo. Secondo me il boom è dipeso dal fatto che in giro c'erano moltissimi fumatori. Ed era necessario avere a disposizione un contenitore dove mettere le sigarette e i primi cellulari. Che erano enormi».
Si stupisce che sia tornato di moda?
«No, perché è comunque molto comodo. Anche se adesso i cellulari sono talmente piccoli che ti dimentichi di averli in tasca».
Quali sono i pro e i contro di questo oggetto secondo lei?
«L'aspetto positivo è la comodità. Ma visti i tempi che corrono sarebbe da preferire il modello munito di lucchetto da attaccare alla spalla. Per evitare che te lo portino via in un secondo».
E l'aspetto negativo?
«Per quanto mi riguarda è la facilità di dimenticartelo. Il che può rappresentare un problema serio se dentro ci metti soldi, documenti e carte di credito».


Ha intenzione di tornare al borsello?
«No, escludo di comprarne uno. Ormai sono troppo anziano per queste cose. E poi anche se non ho una vera e propria segretaria al seguito, con me c'è sempre un amico pronto a porgermi quello di cui ho bisogno».

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