L’intramontabile toto-verità in «Così è se vi pare»

La sua penna non ha smesso certo di scrivere, dal palcoscenico. Soprattutto in questa stagione, che si vuole afflitta dalle polemiche su cosa la nostra civiltà attenda dietro l'angolo della «fine della storia», e su cosa sia in effetti il relativismo, se la peste culturale dei nostri giorni o l'avvento dell'egualitarismo dei valori. Luigi Pirandello, col suo pessimismo inesorabile, ce lo dice da sempre: la verità non esiste, e dunque tutto è, se ci pare. La realtà è unica e accertata? Meglio non giurarci. E la novella La signora Frola e il signor Ponza, che poi generò la piéce Così è, se vi pare, resta una delle parti più efficaci del sentire pirandelliano. Nell'allestimento della Compagnia Amici della prosa diretta da Edoardo Nodi Battaglion, Così è se vi pare approda da oggi a domenica al Teatro della Memoria. Una messa in scena rispettosa della commedia originale che, sin dall'esordio («vi vedo affannati a cercar di sapere chi sono gli altri e le cose come sono, quasi che gli altri e le cose per se stessi fossero così o così») afferma che tutto è chiaro e limpido: che tutto, cioè, chiaro e limpido proprio non è. La storia è ben conosciuta: un paese è mobilitato nel cercar di capire quale sia la verità dietro il comportamento della famiglia Ponza, vittima di uno strano caso. La signora Ponza, moglie del nuovo impiegato comunale, non vive in casa col marito, comunica con la madre, suocera del signor Ponza, solo attraverso quelli che la cronaca di oggi chiamerebbe «pizzini», brevi missive che la donna inserisce in un cestino fatto calare da una finestra. Dramma della gelosia? Caso di pazzia? Un terribile segreto che mina l'unità della famiglia? Il toto-verità, con lauto dispendio di luoghi comuni e assillanti arrovellamenti degli abitanti, va in scena nel classico piccolo paese dove la gente mormora e dove il privato deve giocoforza diventare pubblico. Dietro ai piccoli personaggi borghesi della vicenda, si muove beffardo Pirandello, ineguagliato creatore di maschere. «La nostra lettura - spiega il regista Edoardo Nodi Battaglion - si è orientata verso uno dei cardini teorici più noti della poetica di Pirandello, il saggio intitolato L'umorismo.

A fare da leva all'intera storia ci sono la comicità e il grottesco, che si manifestano nella irrefrenabile risata dinnanzi a situazioni impreviste e paradossali».
Teatro della Memoria (02-313.663)
Da oggi ore 21 a domenica ore 16
Ingresso 13-10-9 euro

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