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L’invasione di campo di Cazzola: ritiro il Bologna

A un certo punto il dottor Alfredo Cazzola, gestore di attività fieristiche e presidente del Bologna, si è visto espellere il capitano, allora ha scavalcato le transenne e si è presentato in campo come uno sceicco qualunque per invitare la squadra ad abbandonare la sfida. Abituato agli show, non ha gradito quello preparato dal signor Girardi, fischietto di Bologna-Brescia 0-1, una mazzata che allontana i rossoblù dai bei sogni della serie A: «Fuori, fuori dal campo - urlava ai suoi ragazzi -. Fuori tutti». È dovuta intervenire la polizia per ridargli un minimo di serenità, con il questore vicario Vito Cunzolo che, mentre lo abbracciava amorevolmente, lo spingeva dentro gli spogliatoi: «Dottore si calmi, venga con me». Cazzola indignato come lo sceicco del Kuwait ai mondiali dell’82 e il vicepresidente del Milan Adriano Galliani nei quarti di coppa Campioni a Marsiglia.
Lo sceicco era entrato in campo infuriato dopo l’ennesimo gol della Francia in evidente fuori gioco e con una canna di bambù in mano aveva invitato i suoi giocatori a rientrare nel recinto, come si fa con gli animali da cortile. In realtà i suoi giocatori erano sfiancati dal Ramadan. Lui disse che se Platini era così bravo era disposto a pagargli il doppio dei soldi che guadagnava, ma per accudire i suoi cammelli. Adriano Galliani invece lo si ricorda con quel mitico impermeabile da agente televisivo mentre scavalca i cartelloni pubblicitari e nel buio fa cenno a Baresi, Rijkaard e compagni di lasciare il Velodrome. Milan sotto uno a zero con un riflettore in avaria.
E quando ieri a Bologna il capitano Bellucci a testa china ha dovuto lasciare il campo, il presidente non ci ha più visto. Sono stati minuti concitatissimi, il pubblico del Dall’Ara gridava fuori fuori e ricordava l’incitamento nelle arene in cui si chiedeva a gran voce l’uscita dei leoni. Durante la partita i tifosi avevano già cominciato a contestare l’arbitro in occasione di un rigore non concesso, al punto che molta gente aveva abbandonato per protesta lo stadio e le curve erano semivuote. Tutta gente che si è persa l’indimenticabile show di Cazzola, e di questo si pentirà per tutte le prossime stagioni calcistiche. Ma è stato nel dopopartita che il presidente è riuscito a dare il meglio. La scorsa settimana si era infuriato per l’arbitraggio subito contro la Juventus, ieri era fuori dalla grazia e ha annunciato le sue dimissioni dalla Lega, ha anticipato che comincerà a pensare a un suo disimpegno dal mondo del calcio e ha asserito che quell’associazione smascherata dall’ufficio indagini di Figc e Procura di Napoli continua a esistere. Solo che si è trasferita in serie B: «Ho assistito - ha detto - a un evento che nulla ha a che fare con lo sport, alterato da dinamiche della terna arbitrale che fanno riferimento a un sistema mediatico, televisivo, organizzativo e arbitrale che abbiamo già visto e che continua a esistere. Io a questo tipo di sport non ci sto».

Ma ciò che ha messo più tristezza è stato vedere che, mentre il questore vicario accompagnava Cazzola al sicuro, i suoi giocatori non hanno minimamente obbedito ai suoi ordini, la partita è ripresa regolarmente sotto la direzione di Girardi e tutto è continuato come se niente fosse.

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