Gianfranco Fabbri*
Mi è stato chiesto di esprimere una mia opinione sul momento attuale dellippica, immagino non perché io possa saperne più di altri, probabilmente per la mia lunga militanza nel settore. Ringrazio per questa opportunità alla quale aderisco volentieri, nella speranza di portare un modesto contributo alla rimessa in carreggiata del nostro settore. I giochi ormai sono fatti, abbiamo al vertice Unire un ippico capace, che conosce certamente quali sono i problemi, parimenti, due nuove figure ai vertici delle più importanti associazioni del trotto, allevatori e proprietari, i cui consigli sono stati ampiamente rinnovati. Gli effetti perversi dei «pifferai e cantastorie», logicamente si stanno esaurendo, con ormai patetici colpi di coda. Occorre ricominciare a fare politica ippica, senza intromissioni indebite da parte di ognuno, se vogliamo uscire dallo stallo in cui ci troviamo. Stesso discorso vale per lUnire. È di questi giorni lassegnazione per una manciata di mesi - ancora una volta in via provvisoria - del venerando concorso Totip. Assegnato attraverso deliberazioni e decreti ministeriali del Tesoro di concerto con lAgricoltura, che tra le altre cose ha sancito lassoluta e definitiva esclusione da parte dellUnire da qualsiasi possibilità di intervento attivo. Era scritto. Cosa del reso chiara da tempo, ma non ancora metabolizzata sino in fondo dallUnire.
Ora ci ritroviamo con una Unire definitivamente statuita quale unico e massimo Ente tecnico. Le categorie, ciascuna per la loro competenza, a fare il loro mestiere di sindacati, portatori di interessi settoriali e non, come in questi ultimi tempi in una confusione di ruoli impropri, a volte censori delloperato dellEnte a volte censori delloperato dei ministeri o dei ministri eccetera. Stop, tutto finito, si volta pagina. I ruoli sono andati al loro posto naturale ed ognuno svolga il suo compito senza invasioni di campo nel rispetto reciproco dei singoli ruoli e competenze. Pragmaticamente scenderei sul concreto, permettendomi di consigliare a chi ne ha il potere e soprattutto il dovere, una serie di riforme articolate in quattro punti, da affrontare rapidissimamente:
1) Numero dei nati: lallevamento del trotto non può non mettere in atto misure che, nel rispetto degli interessi generali, non provvedano entro un paio di anni alla riduzione del numero dei nati di almeno millecinquecento unità;
2) Iscrizioni: i proprietari non possono non farsi carico della riforma del sistema delle iscrizioni che ha portato a zero la capacità di programmazione del materiale, trasformando questo momento fondamentale di chiarezza, in mera lotteria;
3) licenze allenatori guidatori: è impensabile che non si debba provvedere ad una programmazione del numero di licenze professionali che non sia agganciato ad una qualche logica, è scandaloso mantenere in vita licenze di allenatori che non allenano, che servono soltanto a scaricare eventuali responsabilità su casi di doping degli allenatori effettivi.
4) Programmazione: riduzione drastica di almeno tremila corse in due anni, da identificare nella fascia medio bassa del nostro pletorico calendario. Relativamente al calendario classico diverse cose sono state fatte. Un ulteriore sforzo finalizzato ad una programmazione del migliore materiale selezionato, premiando i migliori in maniera economicamente significativa, rafforzando la ricerca della grande qualità e della programmazione più adeguata, con assoluta esclusione del circuito classico su piste di raggio ridotto.
Mi rendo perfettamente conto di avere tirato un sasso in piccionaia, ma si ricordino i responsabili delle categorie, ed anche il vertice Unire, o si ricomincia a fare politica ippica, oppure presto si chiude baracca e burattini.
Lattuale situazione di stallo è mortale.
* consigliere dellAnact (Associazione nazionale allevatori del cavallo trottatore)
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.