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L’ippica non corre più: dall’inizio del 2009 ha perso 133 milioni

L’ippica continua a litigare sulle cosiddette agenzie storiche, che a forza di sentenze amministrative restano aperte, senza interrogarsi sul perché perde terreno a piè sospinto. Le statistiche elaborate da Agicos sono impietose. Nel primo quadrimestre del 2009 i giochi su base ippica hanno raccolto oltre 133 milioni in meno rispetto allo stesso periodo del 2008, in percentuale -15,33%. Ancora più impietoso il confronto limitato al mese di aprile: 183 milioni contro i 217,6 dello scorso anno con una caduta del 15,90%. Nel frattempo le scommesse sportive hanno guadagnato l’8,68% nel primo quadrimestre (da 1458,4 a 1585 milioni) e addirittura il 17,85% ad aprile (da 354,7 a 418) in cui hanno raccolto 235 milioni più di quelle ippiche. In questo periodo anche i giochi di abilità, movimentati in grande parte dal poker, hanno incassato di più.
La morale è presto fatta: giusto investire risorse intellettuali e materiali sulle agenzie storiche, che da sole movimentano oltre il 50% del fatturato; sbagliato pensare che la risoluzione di questo problema sia la panacea di tutti i mali. L’Unire è ingessata da così tanto tempo che non si capisce se sia più utile o dannosa al sistema. Se non serve, la si chiuda una volta per tutte. Sia chiaro che non si tratta di settarismo, di privilegiare uno schieramento o di sposare chissà quali interessi. In ballo ci sono presente e futuro dell’ippica. Il governo sta già interrogandosi sull’opportunità di continuare a finanziare questo settore in modo rilevante. Sarebbe già un passo avanti se l’Unire si dedicasse alla gestione sportiva trasferendo le scommesse ad Aams.
Accontentiamoci nel frattempo di seguire la querelle sul bando ippico. Il Tar del Lazio ha nuovamente sospeso il decreto di distacco delle agenzie storiche disposto dall'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. La discussione della sospensiva è prevista per il 27 maggio prossimo. C’è tempo quindi fino a questa data per completare l'attivazione dei punti vendita aggiudicatari del nuovo bando. Agli antipodi il pensiero di operatori e Aams. Dice Palmieri, presidente del Sicon: «Il Tar ci ha dato ragione, ma era nella logicità delle cose. Una questione di buon senso, non di disapplicazione delle norme. L'Amministrazione ha continuato a non tenere conto delle difficoltà e dei tempi tecnici necessari per il passaggio alla nuova rete. Mi sembra impossibile che si debba ricorrere sempre al Tar». Risponde Luca Turchi di Aams: «Ma noi ci siamo attenuti come d'obbligo a delle norme ben precise. E la sentenza in materia prevedeva che il distacco sarebbe avvenuto una volta terminata la procedura di gara. La nostra applicazione non va letta come un dispetto a grandi o piccoli operatori ma soltanto come un preciso rispetto delle regole. Ci dispiace quindi leggere certe affermazioni perché il nostro lavoro quotidiano va verso il rilancio dell'ippica».

In un passo successivo il dirigente ha lanciato una stoccata all’Unire, tacciata di assenteismo in alcuni appuntamenti chiave.

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