da Roma
Per un Enrico Boselli che abbandona lo studio di Porta a Porta, cè un Fausto Bertinotti che annuncia un girotondo della Sinistra Arcobaleno intorno a viale Mazzini; per un Casini che definisce «scandalosi» i Tg della Rai, cè un Pizza che si appella allOsce. Su tutti, gli appelli e i ricorsi di Di Pietro allAutorità garante per le Comunicazioni.
La par condicio televisiva diventa una miccia che fa esplodere le polveri dei partiti più piccoli, i «non allineati». Vale a dire, tutti coloro che non si riconoscono nel Popolo della libertà o nel Partito democratico. Accusati dalle formazioni minori di egemonizzare gli spazi televisivi, soprattutto nella tv pubblica.
E proprio dalla Rai, come dallAutorità delle Comunicazioni, arrivano le difese dufficio. Claudio Petruccoli, per esempio, dice (in unintervista che apparirà oggi su Il Riformista) che finora lazienda di viale Mazzini «ha raccontato in modo equilibrato la politica agli italiani». E di fronte alle critiche di Casini, lancia addirittura una provocazione. «Sfido chiunque in Italia a dire che la Rai non ha raccontato correttamente quali siano le posizioni in campo, di tutti».
Sulla stessa lunghezza donda lAuthority. In una nota garantisce che «non mancherà di intervenire tempestivamente, come ha fatto finora, nei casi di accertata inadempienza, per il riequilibrio degli spazi nel rispetto delle regole». E a fronte degli esposti avanzati «da più parti politiche», assicura che «lAgCom è impegnata a verificare che le trasmissioni delle varie emittenti siano in linea con la par condicio, proprio per il rispetto della parità di trattamento e della presenza di tutte le forze politiche nei notiziari e nelle trasmissioni di approfondimento».
Nonostante le prese di posizioni di Rai ed Authority, Di Pietro rileva «una discutibile scelta degli spazi tv per quanto riguarda i telegiornali e per le trasmissioni di approfondimento».
La rivolta dei «non allineati» contro gli spazi televisivi, egemonizzati - a loro dire - dai principali partiti è concentrata soprattutto su questinizio di campagna elettorale. Fino a lunedì prossimo, infatti, i vari telegiornali e le diverse trasmissioni di approfondimento politico non sono obbligati ad assicurare a tutti i partiti identico spazio. La fase più rigida della par condicio, infatti, scatterà dal momento in cui tutti i partiti avranno presentato le candidature. Da lunedì, appunto. Così prevede il regolamento messo a punto per la Rai dalla Commissione di Vigilanza, e dallAutorità per le garanzie nelle comunicazioni per le private e satellitari.
Fra i punti da rispettare: lobbligo per i programmi di approfondimento di garantire la più ampia presenza e possibilità di espressione ai diversi soggetti politici, ma anche limpegno per la Rai a fornire alla Vigilanza e allAgCom il calendario settimanale delle trasmissioni, indicando i temi trattati e i soggetti invitati, nonchè i dati sui tempi garantiti a ciascuna forza politica nei notiziari.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.