«L’Italia al centro del rilancio Chrysler»

nostro inviato a Ginevra

Chrysler è a un bivio: o il gruppo Daimler (Mercedes) decide di ritentare il rilancio o la casa automobilistica americana si accaserà altrove. Sia ben inteso, i problemi di Chrysler trovano dimora soltanto sul mercato Usa, perché in Europa la situazione è diversa. «Nel 2006 sono stati venduti nel mondo più di 2,6 milioni di veicoli - precisa Andrea Badolati, direttore generale di Chrysler Group Italia - e di questi circa 200mila riguardano anche l’Europa. Purtroppo il risultato economico non è stato soddisfacente e, in febbraio, è stato varato un piano di rilancio che focalizza l’attenzione su investimenti importanti nella ricerca e lo sviluppo di nuove motorizzazioni attraverso la razionalizzazione delle fabbriche. Inoltre, il gruppo si concentrerà sul mercato internazionale e in particolare sull’Europa, in fortissima crescita».
Come si pone l’Italia?
«È il mercato che vende di più dopo Usa, Canada e Messico grazie a un balzo, nel 2006, del 20%. E quest’anno vogliamo continuare su questa strada grazie ai nuovi prodotti e a un rapporto con la rete particolarmente positivo. Siamo fiduciosi e molto impegnati».
In America, intanto, il mercato sta cambiando...
«È vero. Il mercato si sta orientando per la prima volta verso il concetto di economicità, cioè di vetture a consumi ridotti. I costruttori nazionali sono rimasti spiazzati».
A questo punto l’Europa verrà in soccorso agli Usa?
«Già ora ci sono produzioni che vanno bene per entrambi i mercati».
E ora cosa succederà?
«Non penso che il gruppo Chrysler possa andare incontro a uno “spezzatino” dei suoi marchi.

Ci sono più di 3 miliardi di dollari solo per lo sviluppo di nuove motorizzazioni più una serie di alleanze strategiche con Volkswagen, Hyundai e la cinese Chery per creare prodotti dei segmenti B e C sempre più competitivi».

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