Franco Ordine
nostro inviato a Hannover
Di solito il primo passo è quello che conta. Per sgabbiare felici verso un mondiale allegro e spensierato. Con tutte le eccezioni del caso, naturalmente. LItalia del Trap, in Giappone, estate del 2002, partì con quelle due scudisciate di Vieri sulla schiena dellEcuador ma poi si piantò per strada fino a uscire, mestamente, contro la Corea, complice il ciccione Moreno. Negli anni la differenza, tecnica e fisica, tra nazionali di scuola e altre improvvisate, si è ridotta a pochi, significativi metri. È bastato controllare gli spasmi della Svezia, prender nota degli affanni dellInghilterra e dellOlanda ieri pomeriggio, tutte senza un centravanti in forma e di gran nome, per capire che attraverso questa cruna dellago può passare il cammello azzurro. Avere davanti un attaccante col fiuto del gol è un requisito indispensabile. Anzi, fondamentale. Tradotto: Gilardino, o chi per lui, pensaci tu. Essenziale anche lassistenza. Tradotto: Totti, scaldati.
Per non sbagliare il primo passo, contro il Ghana, bisogna anche puntare sullesperienza del gruppo prescelto. E la Nazionale di Lippi è tuttaltro che addestrata alle tensioni e ai tradimenti del debutto. Molti, troppi, tra Zaccardo e Grosso, De Rossi e Gilardino, sono i novizi del torneo, guidati per mano dallo stagionato capitano Cannavaro. Camoranesi e Pirlo possono vantare lapprendistato in Champions league: con tutto il rispetto per la gloriosa coppa dalle grandi orecchie, il mondiale è unaltra cosa, unaltra storia. LItalia di stasera può utilizzare allora lentusiasmo come carburante per bruciare la prima tappa, che è da sempre la più complicata. Piegare la resistenza degli africani significa incassare mezza qualificazione e mettere la sordina a censure e polemiche. Sono dietro langolo. E dipenderanno, secondo costume italiano, solo dal risultato. Uno di segno positivo farà diventare campioni modesti professionisti del pallone, uno malinconico e sfortunato li trasformerà in una ciurma di brocchi. Chi scrive non la pensa così, anche se è minoranza nel Belpaese.
Il Ghana è pronto a fare la guerra a centrocampo. Con una gabbia di ferro intorno a Totti e ritmo frenetico alle sue cadenze di gioco. Solo così possono sperare di mettere al muro una squadra che ha rigore tattico e buona organizzazione difensiva. Bisogna resistere alla tentazione di ribattere colpo su colpo e provare invece a imporre geometrie e palleggio spezzando il ritmo, rifugiandosi in Pirlo e Totti: se è agli arresti domiciliari uno, si può servire laltro e viceversa. Il genio romanista è la chiave di volta: non ha una grande condizione, ma per 60 minuti può imporre la sua classe, le sue giocate. De Rossi e Camoranesi devono fargli da guardaspalle, in mancanza di Gattuso: non mancheranno i duelli rusticani con Appiah e Mountari.
È utile avere infine il controllo dei nervi e degli interventi fuorilegge (occhio alle trattenute in area di rigore).
Franco Ordine
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