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L’ITALIA DEGLI SPIONI

RomaGioacchino Genchi viene indagato dalla Procura di Roma per abuso d’ufficio e violazione della legge sulla privacy. E il superconsulente si prepara a difendersi stasera, malgrado le proteste del Pdl, dallo schermo Rai di Annozero.
La scorsa settimana dalla Procura di Catanzaro sono arrivati nella capitale 3 volumi e 570mila contatti che riguardano le inchieste Why Not e Poseidone aperte dall’allora pm Luigi De Magistris: ci sarebbero anche alcuni tabulati che riguardano parlamentari, funzionari dei servizi segreti, rappresentanti delle forze dell’ordine, utenze di Palazzo Chigi, del Senato, della Camera. Milioni di informazioni anagrafiche, intestatari di schede sim, di utenze telefoniche fisse e mobili, di informazioni su posizioni fiscali: dietro ogni numero, utenza, codice fiscale, non solo degli indagati ma di tutti i loro interlocutori, come l’ex Guardasigilli Clemente Mastella. In tutto, secondo il Copasir trattasi di 5 milioni di utenti controllati, un italiano su dieci.
Ora il procuratore di Roma Giovanni Ferrara e gli aggiunti Achille Toro e Nello Rossi hanno a disposizione questa enorme documentazione e stanno lavorando sull’ipotesi di abuso di ufficio, legata alla qualifica di pubblico ufficiale di Genchi, e su quella di un eventuale trattamento illecito di dati personali. Si sa che solo una parte dei contatti sarebbe stata acquisita dal consulente, ma i magistrati attendono che i carabinieri del Ros facciano tutti gli accertamenti per stabilire se con la sua attività Genchi volesse favorire o danneggiare qualcuno, se le informazioni siano state in suo possesso oltre il dovuto. Non si parla per ora di una banca dati, ma i pm dovranno verificare se i contatti raccolti durante la consulenza richiesta da De Magistris siano stati indebitamente «incrociati» con la grande quantità di dati raccolti da Genchi, in 10 anni di lavoro come consulente di tante Procure italiane.
Dagli uffici giudiziari di Roma vengono inviati, mano a mano, al Copasir gli atti che possono interessare il Comitato per la sicurezza (soprattutto quelli sugli 007 intercettati) dove oggi, proprio sull’attività di Genchi, ci saranno nuove audizioni ai vertici dei servizi segreti (i direttori dell’Aise, dell’Aisi e del Dis) e poi ai responsabili di Wind. Forse già alla fine della prossima settimana sarà pronta una relazione alle Camere. «Il Parlamento e gli italiani - dice Carmelo Briguglio, vicepresidente dei deputati del Pdl e membro del Copasir - hanno il diritto di sapere e sapranno tutto sul cosiddetto “archivio Genchi”».
Poche ore dopo la notizia dell’indagine romana, la trasmissione di Michele Santoro, Annozero, annuncia che il superconsulente parteciperà stasera su Rai2 alla puntata dedicata alle intercettazioni telefoniche, dal titolo: «Il silenzio degli innocenti».
Protestano subito Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello, membri Pdl del Copasir, sollevando un «problema di opportunità e di decenza» e chiedendo un intervento del neoletto presidente della Commissione di Vigilanza, Sergio Zavoli. I due azzurri ricordano che i membri del Comitato al quale appartengono «sono tenuti al rispetto del segreto» e ciò provoca «uno squilibrio e una evidente asimmetria», rispetto al fatto che Genchi vada in televisione a raccontare la sua versione dei fatti. «Che addirittura sia il servizio pubblico - aggiungono - a creare l’occasione perché tale situazione di squilibrio si aggravi ulteriormente, appare francamente insopportabile». Condivide questa tesi Maurizio Gasparri: «Fare della Rai “tele-Genchi” è l’ultima violenza di cellule di illegalità para-comuniste annidate dietro il servizio pubblico».

Non si scandalizza, invece, il membro Pd del Copasir Ettore Rosato, sicuro che il Comitato «ha mantenuto e manterrà la sua serenità di giudizio e di valutazione».

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