Economia

«L’Italia dovrà affrontare sfide enormi»

Parola d’ordine: flessibilità. Prodi: «Sappiamo come risolvere i problemi»

«L’Italia dovrà affrontare sfide enormi»

nostro inviato

a Washington

La sfide economiche per il nuovo governo italiano sono enormi («tremendous»), da affrontare con misure urgenti». Parole molto chiare, e molto dure, quelle di Raghuram Rajan, capo economista del Fondo monetario internazionale. «È molto presto per dire che cosa il prossimo governo sarà capace di fare - spiega Rajan, nell’affollata conferenza stampa che inaugura gli incontri primaverili del Fmi a Washington - ma le sfide di politica economica sono enormi, bisogna affrontarle come se si fosse sul piede di guerra». Ma è davvero possibile che il nostro Paese, come ha scritto nei giorni scorsi il Financial Times, abbandoni fra qualche anno l’euro? «Credo, e spero, che non ci siano possibilità che l’Italia lasci l’euro: sono pure speculazioni», replica l’economista. E, da Roma, è arrivata subito la replica di Romano Prodi: «Siamo ben consci dei problemi economici - ha detto il leader dell’Unione - ma siamo convinti che le nostre siano proposte giuste per affrontare la situazione».
I dati del World Economic Outlook per il nostro Paese non sono ottimistici. La crescita dell’economia nel 2006 è prevista all’1,2% contro l’1,4% stimato dal Fondo l’autunno scorso, e anche per il 2007 si parla di un 1,4%, tre decimali in meno rispetto alla previsione precedente. Il deficit pubblico è stimato quest’anno al 4% del Pil, in rialzo rispetto al 3,8% delle ultime previsioni nazionali, e anche il debito appare in aumento. «L’Italia - osserva Rajan - presenta un deficit di bilancio molto significativo, e il debito pubblico è estremamente elevato. Inoltre ha perduto costantemente competitività nel corso degli anni. È dunque imporante agire con riforme sia macroeconomiche che strutturali, per recuperare competitività. Ad esempio - aggiunge - con liberalizzazioni nel mercato dei prodotti, nel settori dei servizi e in quello finanziario». Il Fondo si augura che il nuovo governo «colga queste opportunità», anche se per il momento non resta che aspettare e osservare. Ma il Fmi ritiene che si debbano prendere misure aggiuntive per quest’anno? «In Italia ci sono misure urgenti da prendere», risponde il responsabile della ricerca economica.
Nel complesso, tuttavia, le stime del Fmi sul nostro Paese presentano anche qualche luce. Il tasso di disoccupazione è previsto ancora in ribasso, al 7,8% quest’anno e al 7,6% nel 2007, confermando così il buon impatto della legge Biagi; le esportazioni dovrebbero crescere, in volume, al ritmo del 4% nei prossimi due anni; i prezzi al consumo restano sotto controllo, fra il 2,2% del 2006 e il 2% del 2007. La stessa crescita economica, pur bassa quest’anno nel confronto europeo, nel 2007 dovrebbe essere superiore a quella della Germania.
Al Fmi le parole non vengono scelte a caso. Appare dunque evidente la pressione che l’organizzazione internazionale sta facendo sul nuovo governo. La strada delle riforme non deve essere abbandonata, e tornare indietro sulla flessibilità del lavoro e su altre riforme fatte (una per tutte, quella pensionistica) sarebbe dunque un grave errore, come quello che ha fatto il governo francese sui Cpe. Rajan afferma che l’intera Europa continentale, in particolare Francia e Germania, hanno bisogno di una flessibilità «molto più elevata dell’attuale» nel mercato del lavoro, accompagnata da servizi per la ricerca di occupazione e per la formazione.

Una frase che, ovviamente, vale anche per l’Italia.

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