Oscar Eleni
Lultimo mazzo di lillà è ancora per lItalia che spinge il Portorico di Arroyo, la luce di Orlando, suo il tiro del sorpasso sbagliato alla fine, e Ayuso, che ci ha fatto male spesso, oltre le porte del mondiale trovando ancora nella difesa la risorsa per vincere la quarta partita a Sapporo, guadagnarsi un altro cielo da domani quando le 16 squadre rimaste nel ballo si affronteranno senza vie duscita: chi perde è fuori e agli azzurri toccherà la Lituania che ci aspetta col forcone dal 27 agosto 2004, Olimpiadi di Atene.
Missione compiuta dicono tutti quelli che danzano intorno a Recalcati sapendo di mentire un po, perché se è vero che non ci aspettavamo certe prestazioni dalla squadra senza Bargnani, e qualche veterano, bisogna pure dire che restare nelle 16, salvarsi alla prima smazzata, non è da considerare una vera impresa. Alla fine soltanto Brasile e, forse, Portorico, se ne vanno avendo sperato molto di più, ma gli altri, dal Venezuela al Giappone, da Panama al Qatar, al Senegal, al Libano che pure ha vinto due partite battendo persino la Francia, erano già condannati.
Restare in quella rete sarebbe stato brutto davvero, ma dobbiamo dire che la quarta vittoria mondiale ha fatto bene in un torneo che sfinisce e non lascia respiro, dove può capitare la brutta sorpresa allimprovviso come è successo ai greci che hanno visto finire allospedale di Hamamatsu, con tre ossa del viso fratturate, Nikolas Zizis, il regista della Benetton campione dItalia, per un colpo non proprio involontario del brasiliano Anderson Varejao, anche se poi ieri hanno vinto la volata per il primo posto nel girone che sincrocia con lItalia superando la Turchia di Tanjevic, invitata come gli azzurri, e, come noi, soddisfatta per le 4 vittorie nel raggruppamento forse più duro.
Per far piangere Portorico e il suo guru Julio Toro ci abbiamo messo tutto quello che avevamo, scoprendo che Andrea Pecile non era andato in Giappone solo per far vedere i suoi bei capelli, anche se lo salva sempre listinto, la spavalderia, non certo il tempo in cui riesce a muovere un attacco, chiedendo a Mason Rocca di smantellare Santiago, unaltra montagna a cui rendeva tanti centimetri, felici che Angelo Gigli faccia un passo avanti ogni volta. Tre uomini in una giornata in cui non andavano i veterani. Basile, che sembrava più fresco del solito soltanto perché si era fatto la barba, e Soragna importante però, come sempre, negli assalti dove agli altri la palla scotta in mano. Una partita a inseguimento che sembrava facile in partenza, dopo aver recuperato 5 punti, con un parziale di 11-0, ingolositi dalla difesa spiumata di Portorico che allimprovviso, però, si è messo a colpire tutto ciò che era in movimento, dopo aver scoperto che gli unguenti profumati usati dai coristi, per massaggiare lorgoglio dellItalia onorevolmente sconfitta dagli americani, avevano lasciato unto su mani che non prendevano nel canestro: 6 su 25 da 3 con Belinelli che dopo il primo passo elegante ha infilato un bell1 su 9 globale. Giornata balorda anche per Mordente che almeno ci dava in difesa, cosa che non faceva Mancinelli, che non riusciva a fare Michelori, falli subito, mentre Marconato sembra uno degli amigos che sulle ramblas di Barcellona hanno perso vitalità, anche se poi ha dato una mano prendendo 8 rimbalzi. Ayuso col tiro ha fatto diventare incubo il secondo quarto, chiuso a meno 5 dopo essere stati sotto anche di 8, e anche buona parte del terzo tempo quando caricava di falli la difesa italiana, ma per fortuna Micione Charlie, il Recalcati che sa leggere certe facce, ha trovato la fusione giusta con lunico tiro da 3 del Pecile che si sentiva ormai emarginato. Volata lunga dove Ramos non contava quasi mai e Arroyo non riusciva a dare una mano ad Ayuso, la stella di Arecibo.
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