L’Italia di Giovinco vale già una medaglia

Per lo juventino non solo un gran gol: la sfida con l’Honduras lo candida a leader degli azzurri

Buona la prima. Seppur privi di Tommaso Rocchi, unico fuoriquota azzurro che abbia accettato di attraversare mezzo mondo pur di prender parte a questi Giochi Olimpici (prima dell’incontro il laziale si è sottoposto a un test, ma lo staff medico e il ct hanno preferito non rischiare) gli azzurrini di Casiraghi riescono a non farsi stritolare dalla tensione del grande evento, quando l’adrenalina ti stringe allo stomaco e le ginocchia non ti reggono in piedi, e grazie a un super-Giovinco e a un Robert Acquafresca, spigliato e intraprendente come nel Cagliari della passata stagione, superano in scioltezza il primo ostacolo nella loro corsa verso l’oro olimpico. Certo, l’Honduras rappresentava soltanto un primo piccolo gradino nella scalata a cinque cerchi, ma aver cominciato con il piede giusto non può che essere un’abbondante iniezione di sicurezza nell’undici azzurro. È subito grande Italia dunque, anche se l’Honduras non è l’Argentina o il Brasile, ma ha vinto le qualificazioni della zona Concacaf e Pierluigi Casiraghi giustamente lo temeva: «Per noi è stata un’ottima partita e un ottimo inizio - ha commentato il tecnico azzurro - Siamo partiti subito forte, abbiamo avuto un calo dopo la mezz’ora. Sono contento, ci tenevo molto, ma sapevo che la squadra ha una sua fisionomia. Se gioca come sa è un pericolo per tutti».
Rossi, Acquafresca e Giovinco sono i tre moschettieri su cui Casiraghi si affida per l’esordio olimpico. E i tre ripagano ampiamente il ct azzurro, andando in gol una volta a testa. Giovinco, migliore in campo, gioca una partita straordinaria: nel primo tempo mette il piede in ogni azione degna di nota degli azzurri e al 40’, una volta deciso che era arrivato il momento di fare sul serio, spedisce un siluro all’incrocio dei pali che in pratica affossa le flebili speranze onduregne. Acquafresca, gettato nella mischia al posto di Rocchi, risponde presente alla chiamata di Casiraghi e mette lo zampino nello score finale procurandosi due rigori e realizzandone uno. Una freccia in più nella faretra del ct azzurro, anche se a fine gara l’attaccante si schermisce: «So che Tommaso è davanti a me, ma sono carico, sapevo che oggi avevo un’occasione imperdibile».
Bene anche la difesa, colpita dall’unico neo, quando De Silvestri regala un rigore agli avversari che, per fortuna di Viviano, Pavon calcia come un rugbysta d’altri tempi: alle stelle.


Chiude l’esordio azzurro in terra cinese, il presidente federale Giancarlo Abete che torna sulla polemica scatenata dai club, Barcellona in testa, che non avrebbero voluto concedere giocatori alle nazionali olimpiche: «Un’Olimpiade deve fare parte del calendario internazionale. La norma attuale è ballerina e tra l’altro si presta a trattative private piuttosto antipatiche». Difficile però, che dopo un esordio così i nostri azzurri chiederanno di andare via.

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