A difesa della riforma che permette ai negozianti di tenere sempre aperto si schierano le associazioni dei consumatori, Confimprese (che riunisce le aziende della distribuzione più innovativa) e Pier Luigi Bersani, il segretario del Pd che da ministro dello Sviluppo economico fu autore delle «lenzuolate» deregolatrici. E che ora dice: «Ci vuole coraggio, occorre rendersi disponibili al cambiamento»
Oltre a queste prese di posizione, il governo Monti, intenzionato a proseguire con le liberalizzazioni che dovrebbero aiutare la crescita, ieri ha trovato conforto anche negli abbonati al satellite, il 76% dei quali al sondaggio lanciato sul tema da SkyTg24 ha risposto «sì» alla riforma. Per il resto, però, è un vero e proprio fuoco di sbarramento contro le norme del cosiddetto decreto Salva Italia che tolgono i paletti all’orario di apertura nel settore commercio. I sindacati dicono no, come pure i presidenti di Regione di sinistra, destra e Lega. Infatti Gigi Petteni, segretario lombardo della Cisl, propone a Carlo Sangalli, presidente della Confcommercio, un’azione comune contro «i professori delle liberalizzazioni sulla carta che vorrebbero mandarci in pensione come i tedeschi, ma aprire i centri commerciali come gli americani, magari con normative polacche e con stipendi coreani». E la governatrice del Lazio, Renata Polverini, parla di «invasione di campo del governo» in una materia di competenza regionale e annuncia che sta valutando se impugnare il provvedimento, affiancando così i suoi colleghi di Piemonte e Toscana, il leghista Roberto Cota, il pidino Enrico Rossi. Nonché la rossa giunta pugliese di Nichi Vendola.
La Confcommercio di Padova s’incarica di smentire quanti sostengono che solo da noi i negozi devono stare chiusi di notte, la domenica, a ferragosto e capodanno. In Europa, dice l’associazione patavina, il londinese Harrod’s, che vende dallo spillo alla portaerei, apre dal lunedì al sabato dalle 10 alle 20 e la domenica dalle 12 alle 18. Nel resto del Regno Unito, salvo eccezioni, si apre alle 10 per chiudere normalmente alle 18 e alle 20 il giovedì. A Parigi i negozi aprono dalle 9 alle 19 e i grandi centri commerciali chiudono alle 20 o alle 22. E a Barcellona l’orario dei negozi è quanto di più mediterraneo ci si possa aspettare: dalle 10 alle 14 e poi delle 16.30 alle 20. A Vienna si compra dalle 8 alle 18.30, ma il sabato l’orario di chiusura dei negozi è normalmente fissato alle 12.
Ma al fianco dei professori al governo si schiera Conad (Consorzio nazionale dettaglianti). E come si diceva Confimprese. Il presidente Mario Resca dice: «un suicidio non liberalizzare».
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