Politica

L’Italia in seconda fila per iPhone Apple verso il rinvio del lancio

In autunno solo nei negozi francesi, inglesi e tedeschi

da Milano

Aficionados, portate pazienza. Lo sbarco di iPhone in Italia si allontana a data da definire. Almeno stando alle indiscrezioni autorevolmente gridate in prima pagina dal Financial Times. Secondo il quotidiano finanziario britannico, Apple sarebbe vicina a chiudere un accordo con gli operatori di telefonia mobile più diffusi in Inghilterra (O2), Germania (T-Mobile) e Francia (Orange).
Nessuna nuova invece sul fronte italiano, anche se la cosa suscita più di una perplessità, visto che la Penisola è la più vorace consumatrice di telefonini dell’intero continente. Eppure la Apple, che ha appena avviato la vendita del nuovo apparecchio multimediale negli Usa, sarebbe intenzionata a effettuare una partenza scaglionata in Europa: via i primi tre Paesi in autunno, e poi tutti gli altri. Sull’argomento la casa di Cupertino nega qualunque commento. Ma non smentisce nemmeno, autorizzando a credere che le rivelazioni del Fintimes qualche fondamento ce l’abbiano.
Del resto Steve Jobs, il creativo patron della Apple, ha un precedente assolutamente analogo: nel 2004 il lancio di iTunes, il fortunato negozio digitale di musica, in prima battuta coinvolse solo Regno Unito, Germania e Francia, esattamente gli stessi Paesi di cui si parla stavolta. Certo è che in questo caso le ripercussioni economiche e di immagine di un lancio posticipato sarebbero decisamente superiore rispetto ad iTunes.
Ma cosa spingerebbe la Mela ad attuare questa strategia? Apple potrebbe aver sottovalutato le difficoltà del mercato europeo della telefonia, decisamente più frammentato di quello americano. A differenza degli Usa, infatti, in Europa non ci sono operatori che coprano l’intero continente. Quindi vendere il melafonino in Europa significa stringere accordi con ciascuno degli operatori nazionali. Trattative complesse: Oltreoceano Jobs si è accordato con At&t per uno sconto sull’abbonamento mensile ai clienti che comprino iPhone. In Italia invece gli abbonamenti sono poco praticati, è molto più diffusa la scheda ricaricabile e bisogna fare i conti con una giungla di tariffe.

E nelle scorse ore alcuni operatori si erano detti preoccupati che Apple puntasse a un accordo più vantaggioso di quelli solitamente siglati con i produttori di cellulari.

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