È l’Italia la seconda patria delle moto Harley Davidson

Il nostro Paese ha superato la Germania nella classifica dei mercati europei. Le novità 2007 e il boom dell’usato

Valerio Boni

da Milano

Harley Davidson, un marchio storico per le due ruote, con oltre cento anni di storia, è poco più che una new entry sul mercato italiano. Le quasi 45mila bicilindriche a V in circolazione sulle nostre strade sono il risultato di poco più di 20 anni di una rete commerciale degna di questo nome. Fino al 1984, infatti, le pesanti moto americane erano considerate come una palla al piede da parte della Cagiva che rappresentava ufficialmente questa casa.
Poi è iniziata l’era della Numero Uno di Carlo Talamo e, nel 2001, quella della Harley Davidson Italia, sotto la guida di Yves Olivier Allamagny come direttore generale, e le cose sono cambiate. Al punto che l’Italia ha ufficialmente staccato la Germania, con la quale ha proceduto a lungo appaiata, nella classifica dei migliori mercati europei. Un risultato importante, anche se l’Europa assorbe solo il 10% della produzione annuale del colosso statunitense, le cui vendite sono concentrate al 70 per cento sul mercato interno. Secondo l’analisi dell’attuale direttore generale, quella ottenuta è la naturale conseguenza di un lavoro mirato, che ha portato al potenziamento della rete e all’attento posizionamento di un prodotto che resta esclusivo, ma comunque bello e non impossibile. Considerate da molti inarrivabili, le moto americane hanno una soglia di accesso intorno agli 8mila euro, un livello che non è stato intaccato dalla novità dell’iniezione elettronica sulla «piccola» 883 ed è inferiore a quello dei maxiscooter più alla moda del momento. Senza dimenticare che le Harley Davidson risultano accessibili soprattutto in termini di guidabilità, con la sella e il baricentro così vicini a terra, indici di agilità a dispetto di peso e imponenza.
Rinforzo, non allargamento, della rete che comprende 50 concessionari, esclusività e accessibilità sono i punti fermi della strategia di vendita di queste moto che molti amano definire adult toys, giocattoli per adulti. Giocattoli che è praticamente impossibile trovare su strada così come escono dalla fabbrica. Un’arma segreta di Harley Davidson è infatti rappresentata da un catalogo di accessori, abbigliamento e gadget che nessun altro costruttore mondiale riesce ad avvicinare. Elementi ai quali è praticamente impossibile resistere, visto che il fatturato registrato ogni anno dagli accessori rappresenta il 15% del totale. Come dire che anche chi acquista la moto più economica della gamma aggiunge comunque almeno 1.200 euro in oggetti destinati a modificare l'aspetto estetico. Con la certezza di ottenere quel che serve, accessorio o ricambio, in 48 ore, attraverso il centro logistico europeo, che gestisce con agilità milioni di codici.
Il tutto contribuisce a rendere le Harley Davidson sempre più amate. Si evolvono costantemente senza rivoluzioni, ma introducendo ogni anno aggiornamenti importanti. Per il 2007 ci sono, per esempio, l’iniezione sui motori della gamma «piccola» e le sei marce su quelli della tradizione. Ma le innovazioni non fanno perdere interesse per quelle che le hanno precedute. Al contrario l’usato è sempre più richiesto. Di conseguenza il valore del tempo tiene.

Come pochi altri nel mondo dei motori.

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