da Milano
Lappello è partito da Ginevra. «La diffusione del virus dei polli in Europa ci preoccupa - ha spiegato lOrganizzazione mondiale della sanità -. Chiediamo agli Stati di aumentare la vigilanza». E lItalia ha risposto. «Stiamo preparando il Paese: abbiamo deciso di mandare 350mila lettere ai medici italiani per prepararli e informarli sulla gestione della malattia - ha annunciato il ministro della Salute, Francesco Storace -. Dai medici deve partire la prima rassicurazione al cittadino preoccupato». Storace lunedì firmerà unulteriore ordinanza per avviare i controlli antifluenza aviaria da parte delle Asl negli allevamenti rurali («case di campagna, piccoli nuclei, avviseremo anche i sindaci»). Il governo ha stanziato 100 milioni per lacquisto di farmaci antivirali e altrettanti finanziamenti arriveranno dalle Regioni.
Si muove anche lUnione europea. Al vertice straordinario dei ministri degli Esteri, in programma martedì a Bruxelles, si parlerà anche di influenza aviaria. Giovedì e venerdì, a Londra, si riuniranno i ministri della Sanità. Nelle altre capitali europee ieri si è lavorato ai piani contro lemergenza. In Francia il primo ministro Dominique de Villepin ne ha discusso con sei ministri (Interni, Difesa, Esteri, Sanità, Trasporti e Agricoltura). La Germania ha rafforzato i controlli e chiesto agli Stati regionali (Länder) di procedere allisolamento degli uccelli nelle zone con grandi allevamenti, nel tentativo di proteggerli da uneventuale epidemia. «In Spagna non cè alcun rischio, è inutile creare allarmismi», si è lamentato il ministro della Sanità, Elena Salgado. «LOlanda è uno dei Paesi meglio preparati», ha assicurato il collega Hans Hoogervorst.
Fuori dallUe, la Bosnia è pronta a vietare la caccia, Israele teme per gli uccelli migratori (il Paese è sulla via che molte specie percorrono per volare dallEuropa allAfrica, i volatili più a rischio di contagio sarebbero anatre e cormorani). La Bolivia ha chiuso le frontiere con la Colombia, dove è stata individuato il virus, e il Brasile, dove si è trovato un focolaio di afta. Questultimo Paese, primo esportatore mondiale di polli, sta lavorando a un piano per evitare casi di influenza aviaria.
A Bruxelles, intanto, il comitato per la catena alimentare e la salute degli animali ha approvato «allunanimità le misure rafforzate proposte dalla Commissione». Si tratta del «rafforzamento della biosicurezza degli allevamenti e dellintroduzione di un sistema di detenzione preventiva nelle aree ad alto rischio come gli allevamenti che si trovano lungo le rotte degli uccelli migratori». Il comitato, che riunisce gli esperti di veterinaria dei 25, ritiene che «al momento linfluenza aviaria non rappresenta un rischio per il pubblico» e non ci sono pericoli per il consumo di carne. Gli Stati dovranno «ridurre il rischio che linfluenza si diffonda dagli uccelli selvatici a quelli domestici in aree particolarmente a rischio, questo potrebbe includere lallevamento dei polli al chiuso».
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