Laura Verlicchi
da Milano
«Wave è il nostro cavallo di Troia per entrare da vincitori negli Stati Uniti». Così Nerio Alessandri, fondatore di Technogym, definisce la sua ultima invenzione, che rompe 40 anni di monopolio Usa negli attrezzi per allenamento cardiovascolare. Ora Alessandri sfida gli americani sul loro terreno, a Las Vegas, dove - fino al 23 marzo - si svolge lIhrsa, il più importante appuntamento fieristico internazionale del settore fitness. «Cioè di un mondo dove ogni dieci anni si inventa un nuovo modo di allenarsi, che poi si traduce in una macchina - spiega Alessandri - come è avvenuto per il tapis roulant negli anni Sessanta o per lo step negli anni Ottanta. Wave è linnovazione di questo decennio, per la prima volta tutta italiana: lidea è quella di un movimento non più lineare, come in passato, ma in tre direzioni. Un allenamento più efficace di quelli che lhanno preceduto, ma anche molto più divertente: nei fitness club americani dove labbiamo testato ha conquistato tutti, soprattutto le donne. Che apprezzano molto anche il design made in Italy, e, perché no, la possibilità di guardare la tv mentre si allenano».
Sullonda di Wave, Technogym vuole rafforzare la sua posizione di leader mondiale del settore, conquistando anche le prime posizioni nel mercato americano. E continuando così il trend positivo degli ultimi dieci anni, durante i quali il gruppo non ha mai smesso di crescere. Anche il 2005 si è chiuso con un aumento del 21% del fatturato, a quota 275 milioni, di cui lexport rappresenta più dell85 per cento.
«Questanno prevediamo di crescere ancora del 20%, grazie soprattutto agli Stati Uniti - aggiunge Alessandri -. Siamo e vogliamo rimanere i più forti non solo nei prodotti, ma anche nei servizi, per rispondere a tutte le esigenze, dalla palestra alla casa. È questo che ci distingue dai concorrenti: il nostro obiettivo non è il semplice fitness, cioè mettersi in forma, ma il wellness. Non a caso, un termine che prima di noi non esisteva: significa benessere del corpo e della mente, un approccio positivo alla vita che ci viene direttamente dal mondo antico, mens sana in corpore sano. E per questo non potevano inventarlo se non degli italiani».
E del made in Italy Technogym costituisce un esempio perfetto, anche per lattenzione allestetica: le sue macchine sono veri e propri elementi darredamento, e non solo attrezzi. Senza per questo essere meno adatte allo sport ai massimi livelli, comprese le ultime Olimpiadi.
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