Politica

L’ombra del pm dietro il pestaggio di un legale

Gli avvisi di conclusione indagini firmati dal magistrato della Procura di Paola, Roberta Carotenuto, sono pronti per essere recapitati ai quattro indagati che nel giugno del 2010 pestarono a sangue sul lungomare di Diamante, in provincia di Cosenza, l’avvocato Battista Greco. A essere accusati di lesioni volontarie aggravate non sono quattro balordi, ma ex politici e dipendenti pubblici: Angelo Aligia, ex assessore Pd al Demanio di Diamante, Vincenzo Vidiri (dipendente del comune di Diamante già sfiorato da altre inchieste), Biagio Casella (suocero del sindaco Pd del comune cosentino Ernesto Magorno) e Raffaele Bruno, cognato di Aligia. Tutti molto amici di un magistrato omonimo della vittima, il pm Franco Greco, che secondo alcuni testimoni la sera stessa dell’aggressione è stato visto a cena con uno di loro a festeggiare in un ristorante. Sorridente e soddisfatto.
Una strana coincidenza, si maligna in paese, visto che la vittima del pestaggio era al telefono con un tenente dei carabinieri di Scalea, a commentare la sentenza di condanna della sezione disciplinare del Csm del 7 maggio 2010 con cui proprio il magistrato Franco Greco veniva bacchettato dall’ordine di autogoverno della magistratura per aver sorvolato nel 1999 su alcuni presunti abusi edilizi commessi proprio dal sindaco Magorno e da alcuni amministratori comunali (tra cui i presunti aggressori). Coincidenze, insomma. Come quelle che vorrebbero lo stesso magistrato in rapporti di amicizia con un medico, Vincenzo Cesareo, considerato dai suoi colleghi magistrati vicinissimo al clan di ’ndrangheta dei Muto e recentemente finito nel mirino della Dda di Reggio Calabria per colpa di alcuni incontri ravvicinati col potente boss della mafia calabrese Giuseppe Pelle.
Che i rapporti tra Greco e Cesareo siano stretti lo conferma un verbale del 2006, quando il pm calabrese, sentito come testimone a Salerno, disse che era solito frequentare Cesareo perché era incensurato: le inchieste a suo carico erano state archiviate. Da chi? Ma da Greco, ovviamente, come ha giustamente ricordato allo stesso magistrato il Csm in una delibera di archiviazione datata 19 luglio 2000.


I guai di Greco non sono finiti: a Salerno il pm è stato rinviato a giudizio per abuso d’ufficio (nel caso della nave dei rifiuti Jolly Rosso) e dovrà fronteggiare anche le accuse del suo collega magistrato catanzarese Eugenio Facciolla, che il prossimo 4 giugno sarà sentito come parte lesa a Salerno.

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