«Larrivo dellonda lunga è previsto per il 2020, allora si registrerà il maggior numero di pazienti con mesotelioma, il devastante tumore maligno che si manifesta in persone esposte allamianto trenta o quarantanni fa. Oggi questa forma tumorale che provoca annualmente mille decessi è presente in due italiani maschi ogni centomila abitanti, la percentuale si dimezza tra le donne», afferma il professor Pietro Bovolato, primario della divisione di chirurgia toracica degli Spedali civili di Brescia, un nosocomio tra i più grandi dItalia, con 2650 posti letto, apprezzato per la sua efficienza e per i risultati che si ottengono nella cura di molte patologie tra cui quelle oncologiche.
Bovolato, nato a Milano nel 1949, si è formato allospedale Niguarda presso la divisione di chirurgia cardiotoracica De Gasperis diretta dal professor Pellegrini, ove ha partecipato allesecuzione di oltre 600 interventi chirurgici. Trasferitosi a Brescia nel 1975 ha eseguito oltre tremila interventi in campo cardiotoracico, su una casistica complessiva del raparto di 18mila. Ha poi compiuto soggiorni allestero con stage presso lUniversità di Harvard e la divisione di chirurgia toracica del Massachusetts General Hospital, nel 1986 ha frequentato la divisione di chirurgia toracica dellUniversità di Toronto.
Negli Stati Uniti, tra gli anni Sessanta e la fine degli anni Ottanta, si è verificato il numero più elevato di mesoteliomi (tumori derivanti da tessuto mesoteliale di peritoneo, pleura, pericardio): tra i colpiti soprattutto gli operai della industria cantieristica che nella seconda guerra mondiale avevano costruito incrociatori e portaerei e quelli delledilizia dove si impiegava cemento e amianto (eternit). Poi questo materiale fu messo al bando (in Italia nel 1992) dopo aver compreso che respirare le sue minuscole fibre provoca danni irrimediabili al sistema respiratorio e forme tumorali. «Sono difficili da sradicare, il bisturi precisa il professor Bovolato va impiegato con cautela per non danneggiare il cuore ed i grandi vasi sanguigni. Queste neoplasie vanno valutate caso per caso, una chirurgia radicale con lasportazione di tutta la pleura, polmone, pericardio e diaframma può consentire una sopravvivenza a tre anni fino al 50% dei pazienti quando si interviene in forme iniziali. Dopo lintervento chirurgico sottoponiamo i pazienti, presso il Centro alte energie del nostro ospedale, a Intensive Modulated Radiation Therapy, unapparecchiatura specifica per il mesotelioma, unica in tutta Italia. Sottoponiamo inoltre i pazienti ad un lavaggio chemioterapico ipertermico intraoperatorio del cavo toracico residuo con alte dosi di cisplatino per neutralizzare le cellule neoplastiche residue con una speciale apparecchiatura extracorporea». Il mesotelioma è una neoplasia rara rispetto al carcinoma polmonare ben più diffuso che rappresenta da solo il 30% di tutti i tumori maligni negli uomini sopra i 40 anni e colpisce ogni anno in Italia oltre 35mila persone. In Giappone fino alla seconda guerra mondiale era quasi sconosciuto, allora per volontà dellimperatore era vietato fumare. Con oltre 530 interventi chirurgici annuali sul polmone il centro di eccellenza del professor Bovolato ha una delle casistiche più elevate in Italia: si eseguono dalle semplici lobectomie (asportazione di un lobo del polmone) agli interventi più complessi, che si presentano quando il tumore si infiltra coinvolgendo la vena cava o il cuore o i bronchi principali. Per la ricostruzione si devono in questi casi affrontare rischi importanti, ma superabili se si impiegano tecniche avanzate gestite da équipes esperte. Questa divisione degli Spedali civili di Brescia è formata da trenta persone, di cui sette chirurghi, alcuni specializzandi e 20 infermieri. Una sala operatoria è attiva 12 ore al giorno, delle tre del blocco cardiotoracico.
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