Cronache

L’Opera Giocosa apre in maschera

L’Opera Giocosa apre in maschera

Càpita di trovarsi nel posto giusto al momento sbagliato. Questione di fortuna. O di tempismo, chiamiamolo come ci pare. Fatto è che Carlo Pedrotti, classe 1817, fertile vena melodica, salda tecnica compositiva, fervida mente creatrice, ha avuto l'unico neo di vivere negli anni dominati da Bellini, Donizetti, Verdi; e di essersi specializzato nel genere di Rossini. Sfortuna, un po' come quella capitata al collega Salieri un secolo prima: ma proprio Mozart come rivale? Peccato, perché il «Tutti in maschera» che venerdì sera ha aperto la stagione dell'Opera Giocosa di Savona è vivace, divertente, e non tanto lieve per le corde vocali dei cantanti: assiemi complessi, arie raffinate, anche se su un libretto che non è certo un capolavoro. E peccato che anche noi ci ritroviamo a giudicarla in base alle eco che dei suoi eminenti colleghi vi sentiamo: da Don Gregorio, che si annuncia come il Figaro rossiniano, a Vittoria nell'aria dei fiori, che diventa la cugina (non pazza) della Lucia donizettiana, con tanto di cadenze imitate dal flauto (bella idea, questa, del direttore Di Stefano); e che dire dell'entrata di Don Gregorio nel terzo atto? Per un attimo tutti aspettavamo la gobba di Rigoletto. E questo è poco: tutta la partitura è impregnata di opera italiana, l'atmosfera è quella. Sul palco del Chiabrera, semplice ma efficace la scenografia, bella la regia, attenta ai particolari, con trovate molto fini e d'effetto; indovinata la figura (fuori partitura) del «matto» (Pagnoni) che commenta e partecipa. Molto bravo lui, e molto bravi tutti, cast giovane e affiatato, che bene se l'è cavata anche quando chiara era la parziale discrepanza canto-orchestra, che ha penalizzato anche alcuni interventi del coro. Interpretazione azzeccata dei personaggi: le due primedonne capricciose (Y. Auyanet, A. Gemmabella), i «buffi», basso (Colaianni) e baritono (Bordogna), il tenore sognatore (Sotgiu); infine la cameriera (M.C. Smits), civetta al punto giusto, e il poeta squattrinato (Viapiano).

Pubblico divertito e applausi convinti in platea.

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