RomaSe doveva essere lanti piazza San Giovanni, lobiettivo è fallito. Se doveva servire a fare chiarezza sulle posizioni dei movimenti anti acqua privata e convincere qualcuno al di fuori del recinto dellestrema sinistra, il bilancio è ancora più negativo.
Ieri alla manifestazione del Forum dei movimenti per lacqua cera poca gente. Gli organizzatori hanno sparato un 20mila che le agenzie di stampa hanno messo dentro mille virgolette. Più probabile una cifra tra i duemila e i cinquemila, visto che alla fine del corteo, Piazza Navona era piena per un quarto e dietro rimanevano solo gruppetti sparuti, che si muovevano tra turisti stranieri imbarazzati. Poi, soprattutto, ad opporsi al decreto legge voluto dal ministro Andrea Ronchi, cerano quasi esclusivamente rappresentanti della sinistra radicale.
Oltre ai movimenti ambientalisti, cerano i Cobas, la funzione pubblica Cgil di Roma, i Carc, il Partito comunista dei lavoratori. E poi, più numerosi, quelli di Sinistra ecologia e libertà. Ritorno in grande stile per Rifondazione comunista, con il segretario Paolo Ferrero, portavoce della Federazione della sinistra, che infieriva: «qui cè la sinistra, il Pd non cè».
Ed effettivamente di bandiere dei democratici nemmeno lombra. Tante dichiarazioni via comunicato stampa per dire che lacqua non deve essere privatizzata e qualche adesione, come quella di un imbarazzato Vincenzo Vita, della sinistra interna, che spiegava come nel partito non si sia discusso del tema e quindi non si possa ancora dire che il Pd non è sulle stesse posizioni. Però di democratici di peso, nemmeno lombra.
A balzare agli occhi è stata comunque unaltra assenza. Quella di Italia dei valori. Mentre, da Milano, Antonio Di Pietro dichiarava: «Oggi lItalia dei Valori scende in piazza per manifestare contro la privatizzazione dellacqua e per la tutela dei beni comuni», alla partenza del corteo in piazza della Repubblica si contavano in tutto otto bandiere e un piccolo striscione del partito. Tutti in disparte, separati dal resto dei manifestanti e un po smarriti.
Allarrivo in piazza Navona anche quei pochi vessilli dipietreschi erano scomparsi. Un militante Idv teneva un po di bandiere arrotolate e si faceva spiegare perché il capo era arrabbiato «con quelli», cioè con gli organizzatori.
La ragione si capisce leggendo il resto della dichiarazione di Di Pietro sullacqua: «Italia dei Valori ha promosso un referendum contro questa ignobile privatizzazione, contro lennesima ingiustizia». Il problema è che, in realtà, Italia dei valori, come tutti i partiti, è fuori dal comitato promotore del referendum. Ne fanno parte associazioni e movimenti sparsi in tutta la penisola sotto la sigla comune Forum italiano dei movimenti per lacqua. Dallesterno, sostengono politicamente liniziativa la Federazione della Sinistra, i Verdi, Sinistra ecologia libertà e Sinistra critica.
Di Pietro ha fatto pressioni pesanti sul Forum per potere avere un posto in prima fila, ma non ci è riuscito. I movimenti anti acqua, hanno deciso che per lui, valgono le stesse regole degli altri partiti. Lex magistrato, che sta facendo la sua lotta per imporsi come «unica opposizione» si è arrabbiato e ha deciso di giocare da solo. Il risultato è che ieri in piazza, di fatto, non cera Idv. E con il partito di Di Pietro e De Magistris, mancava tutta la nuova sinistra radicale. Cerano pochi Viola (più che il movimenti anti Berlusconi cerano venditori ambulanti che vendevano finte pashmine nel colore del movimento nato su Facebook). Pochi anche del MoVimento cinque stelle di Beppe Grillo.
Restava solo la sinistra dei decenni dispari. I reduci degli anni Settanta con le effigi di Che Guevara, le bandiere dellUnione sovietica e quelle maoiste. E quelli degli anni Novanta: Centri sociali con i camion che sparano musica ballabile e distribuiscono birra; suonatori di tamburi e appassionati di tarantella.
Un po sullo sfondo, le proposte del forum. Lobiettivo è comunque chiaro. Arrivare alla «ripubblicizzazione del servizio idrico». Una gestione «pubblica e partecipativa», spiegava un esponente della sinistra ambientalista. Se questo significhi rafforzare il ruolo dei partiti nella gestione dellacqua è difficile da capirlo.
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