Vancouver 2010

È l’ora della nuova Carolina: "Sono cambiata e vi stupirò"

Pattinaggio artistico: la Kostner sogna l’oro per eguagliare il fidanzato Schwazer. "Mi serviva una svolta. E in America ho imparato molto"

È l’ora della nuova Carolina: "Sono cambiata e vi stupirò"

Domani mattina alle 5.47 scopriremo se Carolina Kostner è veramente cresciuta. Dice di essere un’altra donna, che ha imparato a «buttarsi», ma senza cadere. Grande per affrontare la sua seconda volta ai Giochi con la serenità che può portarla lontano. Quattro anni fa a Torino finì con il sedere per terra al primo salto, schiacciata dalla terribile pressione delle Olimpiadi di casa. A 19 anni fu contemporaneamente portabandiera e speranza azzurra del pattinaggio: troppo. Non tutti sono capaci di cantare e di portare pure la croce, soprattutto se nemmeno ventenni.

Ora Carolina di anni ne ha 23 e rispetto a Torino 2006 ha cambiato praticamente tutto. Si è trasferita in California, lontana da tutti, nuova vita, nuovo allenatore, nuovo programma, nuove responsabilità. Resta solo il fidanzato Alex Schwazer - conosciuto nel 2008 - dal quale dice di essere ormai abituata a stare lontano. Tra medaglie e crolli improvvisi Carolina ha ritrovato serenità alla corte di Frank Carroll, l’allenatore dei campioni, una multinazionale del ghiaccio che a Vancouver ha già raccolto l’oro di Lysacek davanti a Plushenko.

Carolina ha puntato su Frank, Frank ha fatto lo stesso con Carolina. Nona a Torino 2006, dodicesima ai mondiali un anno fa, oro agli Europei di Tallin il mese scorso. La cura sembra funzionare. «In questi quattro anni sono cambiata tantissimo - ripete - e questi Giochi li vedo come un’opportunità di sfidare me stessa, di mostrare agli altri quali evoluzioni ci sono state. Negli Stati Uniti ho imparato il metodo giusto di allenamento, e anche di cosa ho bisogno per stare tranquilla. Stare fuori, dovermi disciplinare su tutto mi ha reso molto più indipendente. E questo adesso mi ha favorito, perché sul ghiaccio entri da sola. Carroll è stato contento di accogliermi tra i suoi atleti e mi ha detto che avremmo dovuto fare molti, molti, molti programmi». L’azzurra dei pattini è convinta che il cambio di vita le abbia giovato. «Ho fatto la scelta giusta, bisogna dire a se stessi che è il momento di fare il passo: tutti mi hanno supportato e io mi sono buttata». Con l’incoraggiamento del suo fidanzato, Alex Schwazer, olimpionico della marcia, con cui si sente tutti i giorni. Lui un oro lo ha già vinto, a Pechino.

La sfida ora è per la baby del ghiaccio ormai diventata grande. «Il mio sogno è vincere una medaglia - dice -. Spero di entrare in gara con la mente sgombra e vediamo cosa esce. Ho lavorato tanto e benissimo per questo appuntamento. È tutto aperto, ma se pattino bene le possibilità ci sono». Christa Fassi, che allena la Kostner con Carroll, è pronta a scommettere sull’azzurra: «L’ho conosciuta lo scorso anno per cui non so dire quali fossero i suoi problemi, ma da quando è con noi a Los Angeles ha riacquistato fiducia in se stessa. Non c’è stato nessun bisogno di stravolgere la sua tecnica, è una bellissima pattinatrice».

Carolina tenterà di spiccare il volo ballando sulle note di Chopin, Vivaldi e Bach, guardandosi alle spalle dallo squadrone asiatico - le giapponesi Miki Ando, Akiko Suzuki, Mao Asada e la sudcoreana Yu-Na Kim -, dalla statunitense Sasha Coen e dalla canadese Joannie Rochette, idolo di casa che ballerà con la morte nel cuore per la scomparsa della madre, mancata improvvisamente domenica notte. Non sarà un’impresa facile per la Kostner: la 19enne Yu-Na ha vinto il Mondiale 2009 con un punteggio record, alcuni da lei si aspettano un salto quadruplo, roba mai vista nel pattinaggio in gonnella, roba alla Plushenko, mentre Mao Asada ha inserito un triplo Axel nell’obbligatorio e due nel libero.

Carolina non parla di programmi né di salti, non cita nemmeno le avversarie, preferisce restare in trincea, ha già capito che più si vola alto, più ci si fa male quando si cade. «Pattino per soddisfare me stessa, non ho bisogno di compiacere». Non c’è dubbio: almeno a parole, la Kostner, regina di bellezza e di bravura, è un’altra rispetto a Torino.

Questa notte sapremo se anche sul ghiaccio è riuscita nel grande salto.

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