Concordo che la Cultura sia stata sub-appaltata alla sinistra per troppo tempo e che sia giunta lora per tutto il centro-destra di riappropriarsi, piano piano, del terreno perso nella società nei settori seguenti:
1) Cultura. Dopo aver visto gli spettacoli offerti dai vari Comuni e dalla Provincia di Genova nei mesi di luglio ed agosto, posso dire che abbiamo toccato il fondo, con spettacoli in mano a persone dei centri sociali e comunque di qualità scadente come «Laltra storia di C. Colombo» o «Boccaccio».
Per questo è necessario che il centro-destra si impegni a fondo in questo settore da cui è uscito da decenni, con i risultati che vediamo! Non possiamo dare la colpa agli «altri» che hanno occupato uno spazio dove non cera nessuno; la colpa è sempre degli assenti.
2) Scuola. I genitori moderati non dovrebbero più «marcare visita» ai consigli di classe e di istituto (finché tali baracconi resteranno operativi) altrimenti non si possono lamentare se la scuola si trova in mano a «docenti democratici», «genitori democratici», «studenti democratici» e «personale non docente altrettanto democratico».
Cito solo il caso di un istituto tecnico dove uninsegnante di lingue utilizzava la cattedra per comizi; i genitori si lagnavano, ma nessuno faceva nulla finché un bel giorno scrivemmo al Giornale, Erika Falone fece un bellarticolo che girò in fotocopia per tutta la scuola a cominciare dal «preside democratico» e da allora la professoressa in questione insegna la sua materia senza comizi non richiesti!
Non basta «mugugnare», avere paura di ritorsioni, non esporsi ma occorre «Fare»!
3) Patronati e volontariato. Anche qui occorre riprendere quello spazio che un tempo avevano le strutture collaterali della Dc e non si può avere soprattutto in Liguria il solo monopolio «loro».
4) Conclusioni. Naturalmente tra il dire ed il fare ci vuole del lavoro.
Può andare bene una volta, ma poi se si perde prima nei piccoli Comuni, poi nei Comuni più grandi dopo le grandi città, le Province e la Regione, significa che le strutture locali del centro-destra dovrebbero andare a scuola dalle direttrici degli uffici postali di un tempo (quelle col grembiule blu carta di zucchero, oggi in pensione) e farsi spiegare come funzionavano i «buoni fruttiferi postali». Ora, invece, il rischio è quello di comprare titoli che non valgono il prezzo.
Ecco, in politica, occorrerebbe ragionare così.
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