E così lOrdine dei giornalisti ha coronato le bizzarre attività della sua più recente incarnazione, quella in cui ha messo il bavaglio a Vittorio Feltri con atto così proditorio da risultare unevidente effrazione della libertà di opinione, e adesso ha indetto in nome della libertà di opinione una manifestazione davvero indecente. Ieri infatti (...)
(...) proprio presso la sede dellOrdine e dietro la foglia di fico della presentazione di un libro si è svolto il lancio di una nuova flottiglia per Gaza, e una flottiglia di nuovo gestita dalla stessa organizzazione, lIhh, che ha portato al disastro del convoglio infausto del maggio scorso, quando 9 persone hanno perso la vita nello scontro con lesercito israeliano causato dalla provocazione jihadista davanti alle acque di Gaza, dopo che i militanti parapacifisti avevano rifiutato ogni controllo di eventuali armi o finanziamenti diretti a Hamas. Ha un bel dire, con attivismo improprio e insistito il presidente dellOrdine Enzo Iacopino, che la sua Ihh è diversa da quella sulla lista nera della Germania e presto anche su quella degli Usa. Questi Stati nostri alleati spiegano questa decisione valutando gli Ihh unorganizzazione islamista dedita alla jihad e che definisce la sua attività più che nelle attività caritative nella distruzione dello Stato dIsraele. Come si fa a dire che siano cose diverse? Che casualità... Si chiamano allo stesso modo e propagandano gli stessi fini, e così lasciano intravedere la vicinanza a Hamas, senza il quale a Gaza non si muove paglia, non si ricevono né si gestiscono doni di chicchessia.
LOrdine dei giornalisti sa benissimo che proprio sui giornali e alla tv sono apparsi, dopo una prima levata di scudi anti israeliana, una quantità di analisi e di testimonianze che dimostravano che la prima versione della storia, quella su cui si erano gettati i consueti pescecani, era una gran bugia: la storiella di pacifisti aggrediti dai perfidi soldati israeliani che volevano impedire ai poveri di Gaza di ricevere i doni della solidarietà internazionale si è infranta sulle testimonianze di giornalisti, da quelli israeliani a quelli turchi, che hanno raccontato loperazione «freedom flottilla» nella sua realtà. Una grande operazione di provocazione in cui sono purtroppo morte nove persone quando gli israeliani, impreparati senzaltro su quello che avrebbero trovato sulla nave, hanno tentato di fermare la Mavi Marmara, gestita appunto da uomini dellIhh, quelli che intervistati si dicevano orgogliosi, alla vigilia del viaggio, di andare alla ricerca della shahada, il martirio, per Allah contro Israele.
Il presidente Iacopino però, benché presidente di qualcosa che ha a che fare con le notizie, lequidistanza, una sorta di anglosassone senso di sé legato al delicato compito di unorganizzazione a cui tutti i giornalisti per obbligo sono iscritti, e non per scelta, ha agito come se la versione dei fatti fosse data per acquisita: non solo come se la visione propagandista dei suoi ospiti fosse data per acquisita, ma come se addirittura fosse lecito lanciare dalle sue stanze una nuova pericolosa iniziativa condita di tutti i peggiori luoghi comuni anti israeliani, quelli più ripugnanti, dello stato di apartheid, dellinnocente oppressione dei palestinesi, del diritto a fregarsene della sicurezza degli israeliani, ovviamente messa in discussione dalle navi - ben venti! -, annunciate ieri con tutto lapparato di parole malate del caso e tutto il gruppone degli organizzatori: Ihh (era presente il suo vicepresidente Huseyn Oruc, uno dei principali impresari della prima flottiglia), Free Gaza, Infopal... Se qualcuno ha voglia di andare a vedere i loro siti vedrà quale giornalistico fair play caratterizza le loro posizioni, invitate a esprimersi presso lOrdine dei giornalisti.
Enzo Iacopino ha unorigine nella profonda destra, oggi scrive la prefazione del libro dellattivista di estrema sinistra Angela Lano, che dopo la conclusione della vicenda della Flottilla lha trovata così esaltante da raccontarla e adesso cercare di ripeterla. La signora, come ha scoperto il giornalista Dimitri Buffa, ha firmato una petizione in favore dellIran promossa dal negazionista Claudio Moffa in cui parla del «cosiddetto Olocausto». Allincontro cera anche Mohammad Hannun che con la sua associazione è sempre stato vicino a Hamas. Insomma lOrdine dei giornalisti, dopo il suo happening sulla libertà di informazione perpetrato ai danni di Vittorio Feltri, adesso ne fa uno che dimostra che il suo declino è legato a una vertiginosa discesa ideologica nel baratro dellestremismo radicale, in cui si incontrano islamisti jihadisti, comunisti antisemiti, vecchi fascisti non appagati. Che vogliamo farne, dellOrdine, dopo questo exploit? Non vedo molte alternative: si potrebbe mummificarlo, seppellirlo ma insomma agire in modo deciso, direi radicale. Ho diritto di dirlo, dopo che nelle sue sale ieri in tutta quella manifestazione sono stata additata per avere protestato come nemico pubblico numero uno in quanto «colona» israeliana...
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