«L’orgoglio di chiamarmi Peugeot e di celebrare i primi 200 anni»

Xavier Peugeot ha 45 anni e appartiene alla settima generazione della dinastia industriale di Montbélliard-Sochaux, in Franca Contea. Come molti dei suoi predecessori e i fratelli e cugini della stessa generazione è impegnato direttamente nell’azienda ricoprendo dal 2009 il ruolo di direttore marketing e comunicazione a livello mondiale. Lo abbiamo incontrato al Museo Peugeot di Sochaux, uno scrigno che racchiude le testimonianze dei duecento anni dell’«Aventure Peugeot», un entusiasmante cammino che continua.
Monsieur Peugeot, la prima domanda è banale: che effetto fa vedere il proprio nome applicato su automobili che si producono da oltre 115 anni?
«Prima di tutto orgoglio, e poi senso di responsabilità e consapevolezza del compito che ci è affidato. Indispensabile è guardare al passato senza alcuna nostalgia e vivere il traguardo dei due secoli come un punto di partenza, sapendo che la famiglia e l’azienda sono state capaci di superare due guerre mondiali (durante la Seconda lo stabilimento di Sochaux fu prima occupato dai tedeschi e quindi distrutto dai bombardamenti alleati, ndr), la grande crisi del ’29 e le crisi petrolifere degli anni ’70 e ’80. Del resto, questo stesso museo non esiste per celebrare quanto siamo stati bravi, ma per far comprendere il cammino, a volte difficile, percorso da Peugeot».
Qui nel Museo ogni vettura rappresenta una tappa della vostra storia. Qual è il modello al quale si sente più legato?
«Sicuramente la 402 Eclipse del 1936, un’automobile bellissima e l’emblema dell’innovazione continua di Peugeot, testimoniata dal tettuccio apribile a scomparsa che ha generato, decenni più tardi, le prime coupé-cabriolet. Con il suo disegno dalle forme sensuali, poi, è facile collegarla all’ultima nata, la Rcz, un coupé che scatena emozioni, nel più puro stile del nostro marchio, e che anticipa le sensazioni forti che andranno ad esprimere i futuri modelli, perché un’auto Peugeot non sarà mai banale».
Ciò risponde alla seconda parte del motto con cui entrate nel terzo secolo di vita: «Motion and emotion», quale sarà l’evoluzione dei prossimi modelli sotto il profilo della mobilità?
«Quando ho detto che una Peugeot non sarà mai banale non mi riferivo soltanto al design, ma anche al rinnovamento tecnologico di cui una vettura è espressione e alla sua capacità di rispondere alle esigenze del pubblico. In autunno debutterà la i-On, una vettura elettrica pura che ha una lontana progenitrice nella Vlv del 1941, una vetturetta elettrica prodotta da Peugeot in poche centinaia di esemplari. Poi sarà la volta della Bb1, sempre elettrica, ma ancora più agile e compatta, un veicolo a metà strada fra l'auto e lo scooter destinato a risolvere molti problemi della mobilità urbana».
Saranno dunque le città l’unico palcoscenico delle vetture elettriche?
«Saranno i clienti, utilizzandole, a decidere il futuro delle auto elettriche, e poi ci sono altre strade da percorrere per ridurre l'impatto ambientale delle automobili. Come la tecnologia ibrida che equipaggerà la Peugeot 3008 Hybrid4 che lanceremo il prossimo anno, la prima volta di un motorie elettrico abbinato a uno termico diesel, due propulsori riuniti in un'architettura che consentirà al nostro crossover di trasformarsi in un 4x4».
Nuovi sistemi di propulsione e di alimentazione non possono però risolvere la pesante crisi che grava sui mercati dell’Europa Occidentale dopo la fine degli incentivi. Saranno ancora i mercati in forte espansione di Asia e Sud America a salvare i bilanci dei costruttori?
«La nostra offensiva, su questi mercati in costante crescita, è appena cominciata: in Cina con la 408, una berlina prodotta sul posto e destinata alla vendita sul mercato cinese, e in Sud America con il pick-up Hoggar prodotto in Brasile. Per quanto riguarda i mercati più maturi ritengo che l’innovazione tecnologica farà ripartire la domanda e che nuovi incentivi verranno alla fine varati, magari più specifici, con agevolazioni per i veicoli meno inquinanti per parcheggi, pedaggi e accesso a zone a traffico limitato».
Sulla scena automobilistica mondiale abbiamo recentemente assistito alla nascita di nuove alleanze. Psa Peugeot Citroën, dopo il mancato scambio azionario con Mitsubishi, continuerà a marciare da sola?
«In 200 anni le sfide non ci hanno mai spaventato. E poi abbiamo solide joint-venture che danno grandi soddisfazioni a noi e ai nostri partner, cooperazioni destinate a continuare negli anni».
Insomma, sembra proprio che il leone di Sochaux non senta per nulla il peso dei suoi 200 anni...
«Assolutamente no.

Anzi, posso dirle che Peugeot non è mai stata così giovane».

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