L’ossessione del limone da spremere

Giancristiano Desiderio

Lo stile di Mastella è quasi sempre pane al pane e vino al vino. Dice le cose come stanno, anche se poi è accusato di volere solo posti a sedere. Ma almeno lui è sincero. Lo è stato anche con l'idea del superviceministro Visco che vuole una nuova anagrafe tributaria. Mastella, senza girare intorno alla cosa, ha detto con chiarezza: «L'idea di colpire alcune categorie con una determinazione che richiama l'idea del carcere, mi pare esagerata». E per essere ancora più chiaro ha aggiunto in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera: «L'ultima cosa da fare è dare l'impressione di voler colpire ceti che sono stati contrari a noi in campagna elettorale». Eccola qui la verità della nuova anagrafe tributaria di Vincenzo Visco, eccola qui spiattellata bene bene dal suo collega di governo: tassare gli elettori del centrodestra.
Che tristezza. E che creatività. Quando Visco era all'opposizione accusava, un giorno sì e l'altro pure, Giulio Tremonti di praticare una «finanza creativa». Ma il tempo è galantuomo e la politica di Tremonti ha dato i suoi buoni frutti. La politica del ministro del Tesoro del governo Berlusconi era seria e, se si considera che la stagione che ha dovuto fronteggiare è stata ricca di bufere internazionali, ha fatto dei veri miracoli: ha aumentato le entrate senza aumentare le tasse, c'è stata una ripresa della produzione industriale, mentre le spese statali nell'ultimo semestre sono calate di 6,4 miliardi di euro. Invece, ora che il centrosinistra è al governo si attende ancora il taglio del costo del lavoro tanto promesso in campagna elettorale, mentre le opere pubbliche sono state fermate e sono in arrivo le batoste finanziarie di Visco. Sulle quali, in verità, il titolare del Tesoro, Tommaso Padoa-Schioppa, si guarda dall'intervenire.
I due formano una coppia irresistibile, quasi meglio di Totò e Peppino. La loro «finanza creativa» consiste in questa gag: prima raccontano la storiella del buco nei conti pubblici e poi, seri e mogi, dicono che c'è bisogno di tagli alla previdenza, alla Sanità, del blocco del rinnovo contrattuale per il pubblico impiego e, naturalmente, di nuove tasse per mettere ordine nei conti in disordine lasciati da Berlusconi e Tremonti
La realtà, però, è imprevedibile. Così accade che il boom delle entrate fiscali, che c'è stato grazie al lavoro di Tremonti, dimostra con numeri e fatti che la storiella del buco è stata inventata dalla coppia di ministro e vice che c'è al ministero del Tesoro (con l'avallo del presidente del Consiglio). Detto con chiarezza: il fabbisogno di cassa dello Stato nei primi sette mesi del 2006 si è ridotto, rispetto allo scorso anno, di quasi il 50 per cento. Però, Totò e Peppino, a via XX settembre non si sono accorti di nulla e hanno continuato a parlare per settimane di buco e dissesto finanziario. Come mai? Erano impegnati con la loro irresistibile creatività politico-finanziaria che, come ora sappiamo, prevede un controllo fiscale «fotografico» e nuove tasse. In altre parole: mentre la politica del precedente governo Berlusconi dimostra che la strada intrapresa da Tremonti è quella giusta, il nuovo governo decide di fare marcia indietro e sceglie una vecchia e fallimentare ricetta: spremere il limone fino all'ultima goccia, spremere il lavoratore autonomo.
È la strada del terrore fiscale che già tanti danni ha fatto in passato. Non a caso proprio Mastella (e altri esponenti del centrosinistra con un po' di sale in zucca) hanno messo le mani avanti per non spaventare l'elettorato moderato. Ma l'elettore moderato che ha votato Prodi e la sinistra si è disamorato da tempo. La ricetta del limone spremuto è solo la botta finale.

L'ultima goccia.

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