Marianna Bartoccelli
da Roma
Lapprovazione sulla legge di riforma costituzionale, più nota come legge sulla devoluzione, viene rinviata a ottobre. Duecento e passa deputati dellopposizione iscritti a parlare rendono impossibile un iter regolare alla Camera. Il presidente Casini convoca un capogruppo a fine serata alla presenza del presidente della Commissione Affari Costituzionali, Donato Bruno, perché spera che i partiti della maggioranza trovino un accordo sulla riforma della legge elettorale. La situazione in aula non sembra dargli sufficienti garanzie. Marco Follini anticipa il direttivo del suo partito e stamattina tutta lUdc che conta si incontra alla Domus Pacis per fare il punto della situazione. Prevista una risposta durissima allo sfogo di Berlusconi, specie su altri temi caldi in campo: devoluzione e Finanziaria. Non tira certo aria tranquilla nel centrodestra. Lapprovazione della legge di riforma non pare comunque in dubbio, visto che lo stesso Roberto Calderoli, il ministro leghista alle Riforme, dichiara che era previsto e anzi ringrazia lopposizione per lostruzionismo «pulito», perché hanno da subito iscritto tutti i deputati che intendono intervenire. «Ad ottobre - spiega il ministro - i tempi del dibattito verranno contingentati e così si andrà allapprovazione più speditamente». Il nodo da sciogliere rimane quello della legge elettorale e dei rapporti sempre più tesi tra lUdc e il resto dellalleanza. Prima della conferenza dei capigruppo convocata durgenza dal presidente Casini, Ignazio La Russa aveva messo le mani avanti dichiarando che «sarebbe strano che la maggioranza rinunciasse a ricercare la modifica della legge elettorale chiesta dallUdc solo perché lopposizione fa lostruzionismo. Allora sarebbe stato meglio non proporla visto che lostruzionismo era immaginabile». E già ieri mattina era apparsa una sua intervista su AffariItaliani.it nella quale dichiarava che se «non è facile procedere alla modifica della legge elettorale, alcuni correttivi per impedire lo scorporo vanno fatti». E il vicepremier Giulio Tremonti ha sottolineato nel corso del programma su Rai3, Ballarò: «Per la governabilità del Paese la priorità è la legge elettorale. Non per questo governo ma per questo Paese». I toni più fortemente polemici sono stati tra il premier e i vertici dellUdc. «Nessuno allinterno della Cdl remi contro. Io un giorno o laltro esploderò e dirò o con me o contro di me. La maggioranza non può essere bacata e non può avere al suo interno metastasi», ha detto Silvio Berlusconi allassemblea costituente sul partito unico che si è svolta ieri mattina a Palazzo Wedekind a Roma. Frasi alle quali ha immediatamente reagito Marco Follini: «Il vero problema della Cdl è mantenere il voto degli elettori, non disfarsi di alcune componenti». E durante unintervista televisiva a Sky Tg24 ha risposto alla giornalista Maria Latella: «Se Berlusconi candidasse Fini a premier non avrei alcun pregiudizio od obiezione». Sulla legge di riforma costituzionale ha preso le distanze: «Devoluzione? Al primo posto oggi cè leconomia. Cè lesigenza di dare risposte concrete ed efficaci alle famiglie che si arrabattano con il carovita». Nessun passo indietro sulla legge elettorale ma la sottolineatura che è argomento «da affrontare con una discussione profonda senza il coltello fra i denti».
Coltello fra i denti di molti ieri invece tra i partiti di maggioranza. «Berlusconi dice che chi non sta con lui è contro di lui? Ma io gli rispondo che allora siamo pronti ad andare tutti a Tahiti con lui...» ironizza Bruno Tabacci dellUdc. «Cerca di buttare acqua sul fuoco il ministro Giovanardi: «È impensabile continuare a dire che Berlusconi non va bene senza proporre unalternativa. Se qualcuno pensa di avere maggiori probabilità di vittoria allora si faccia avanti». E alle accuse di «metastasi» risponde laltro ministro dellUdc, Rocco Buttiglione: «Non credo che Berlusconi pensasse a noi. In questo momento la questione rilevante è il proporzionale. Dobbiamo essere uniti su questa proposta e cercare di dialogare con lopposizione». A soffiare sul fuoco ci pensa leurodeputato leghista Francesco Speroni: «Essendo democristiani, cioè infidi per natura, dellUdc non cè da fidarsi.». E sulla devoluzione è ancora più esplicito: «Se non passasse la riforma, dopo un minuto non ci sarebbe più la maggioranza».
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