Francesca Angeli
da Roma
Tra i due litiganti Clemente gode. Il ministro della Giustizia, Mastella da Ceppaloni, annoiato dalle liti nella sua maggioranza butta la miccia nel centrodestra. Qualcuno incautamente nellUdc e in Forza Italia abbocca e così si innesca un botta e risposta a ripetizione nel quale è difficile dire chi abbia cominciato e altrettanto difficile capire chi debba chiuderlo. Ieri si sono pizzicati il leader Udc, Lorenzo Cesa: «Berlusconi non può dare del traditore a Casini» e il portavoce di Silvio Berlusconi, Paolo Bonaiuti: «Cesa si indigna per una frase che Berlusconi non ha mai pronunciato».
Cercano di mettere pace lex ministro Udc, Carlo Giovanardi e pure Maurizio Gasparri di An. «Casini e Berlusconi si chiariscano a quattrocchi - dice Giovanardi -. È avvilente cadere nella trappola di un abile seminatore di zizzania come Mastella». E Gasparri lo definisce «un provocatore» invitando gli alleati alla tregua. Certo è che il Guardasigilli ha seminato zizzania laddove sapeva di trovare un terreno fertile.
Comunque la polemica di fine agosto nasce dalle «clamorose» rivelazioni di Mastella che, punto da un bisogno di confessioni estreme, ha raccontato di aver proposto al leader dellUdc, Pierferdinando Casini, una sorta di patto segreto per correre insieme alle ultime elezioni nella speranza di ricostituire il grande centro. Lo stesso Mastella ha precisato che Casini non ha accettato linvito ma, e qui sta il veleno, soltanto perché puntava a scalzare lallora premier Berlusconi dalla leadership del centrodestra. Le rivelazioni di Mastella non hanno curiosamente prodotto alcuna reazione nel centrosinistra di lotta e di governo. Evidentemente a Prodi, Rutelli, Fassino e a tutto il resto della compagnia non interessa che Mastella corteggi alle loro spalle Casini. Anzi, probabilmente se ne libererebbero volentieri.
Nella Casa delle Libertà invece il sasso ha smosso le acque. Berlusconi non ha rilasciato alcun commento sulla vicenda. Anzi, interpellato ha risposto «no comment». Al leader azzurro però è stata messa in bocca la parola «traditore» riferita a Casini tramite le confidenze ufficiose dei soliti «fedelissimi».
Lazzurro Angelo Sanza aveva chiesto una smentita ufficiale allUdc. Puntualmente mai arrivata. In compenso era arrivato un comunicato stizzito del portavoce Udc, Michele Vietti, che parlava di «panna montata» e di esagerazioni dei tg Mediaset, rilanciando la polemica invece di smorzarla.
E ieri il botta e risposta è proseguito con le dichiarazioni del segretario Udc, Lorenzo Cesa, che ha attaccato lex premier. «Berlusconi non ha alcun titolo per dare del traditore a un uomo politico come lonorevole Casini che ha sempre rappresentato unopposizione moderata alternativa alla sinistra», ha tuonato. A quel punto Bonaiuti si è sentito in dovere di chiarire che Cesa si mostrava indignato «per una frase che Berlusconi non ha mai pronunciato, che gli è stata attribuita da un solo quotidiano nel titolo e non nel testo, che sarebbe stata riferita da un non meglio identificato parlamentare di centrodestra». Dunque il portavoce di Berlusconi chiudeva tagliando corto, chiarendo che Forza Italia non avrebbe più accettato «attacchi ingiusti, ingenerosi e ingiustificati nei confronti del nostro leader, Silvio Berlusconi». A chiudere la serata la notizia sempre ufficiosa di un Berlusconi triste per il battibecco in corso e di un Casini invece «rilassato e distaccato».
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