Se l'Udinese è in serie A da 14 anni di fila, con 7 qualificazioni europee, è anche merito di Franco Dal Cin. Il manager di Vittorio Veneto ha 65 anni e deve scontare gli ultimi due di squalifica per la combine che portò alla retrocessione del Genoa.
Dal Cin, questa Udinese quando nasce?
«Ventidue anni fa, il cavalier Mazza al momento di vendere la società seguì il mio consiglio: tra Pozzo e Zamparini scelse l'attuale patron. Per un po' lavorai con lui, poi la famiglia Pozzo è andata avanti da sola».
Unica provinciale che spesso si affaccia fra le sorelle del calcio.
«Merita i complimenti, è un capolavoro. Squadra e società sono vincenti, un grande patrimonio. Peccato soltanto che Giampaolo non sia amato dai friulani, solo rispettato».
Nel 1983 arrivò Zico...
«Grazie agli sponsor gli pagammo lo stipendio. Operazione di grande effetto, riempimmo il Friuli con 50mila persone per 10 gare su 17».
All'Inter invece non ebbe successo.
«Le mie idee erano imprigionate, non riuscivo a esprimerle. Avrei voluto portare Zico, il presidente Pellegrini volle tenere Brady. Arrivammo secondi in campionato, eliminati in coppa dal Real, con la biglia che centrò Bergomi. Un anno e mezzo che non ricordo volentieri. Non ho fatto tanto, ma con la mia deposizione, nel 2005, forse gli ho fatto vincere qualche scudetto, almeno uno».
Si parlò di gioco d'azzardo...
«Cattiverie, malignità che aveva contribuito ad alimentare il cavalier Peppino Prisco. Mai perso soldi al gioco. Sono stato anche 10 ore in un casinò, ma senza spendere niente perché non mi piace. Amo solo le carte. E non ci ho mai rimesso».
Nel 1993 portò a Reggio Emilia Futre, vice Pallone d'Oro.
«Fu la grande incompiuta. Avrebbe potuto essere un'operazione memorabile come quella di Zico».
Nel '95 l'unico stadio privato del nostro Paese, il Giglio di Reggio.
«In questi giorni mi trovo in Mordovia, regione della Russia, con l'architetto Aldo Pavoni, a presentare un progetto analogo nel capoluogo Saransk. Dicono che sia il primo al mondo, nessuno ricorda il Giglio».
Primo occidentale a entrare nel cda di una società militare russa.
«La Dinamo Mosca, da cui presi Simutenkov per la Reggiana. Ora mi muovo fra Belgio e Germania, occupandomi di fotovoltaico, il futuro dell'energia».
Ha fatto deflagrare Calciopoli..
«Nel giugno 2005 l'ufficio indagini raccolse la mia deposizione, poi ripresa dai pm di Napoli. Ero presidente del Venezia: la squadra perse a Bari, campo neutro, contro il Messina. L'arbitro Palanca nel secondo tempo ci buttò fuori 2 giocatori».
Il Messina era tra le società care alla Juve e a Moggi.
«Rimasi incastrato dal caso Genoa-Venezia. Dalle intercettazioni telefoniche non emerge alcun mio illecito. Mi hanno sempre detto che ero avanti 10 anni, in tutte le cose. Ora dicono che ho dimezzato il vantaggio, con i 5 anni di squalifica».
Preziosi in 16 anni di calcio ha sborsato 210 milioni di euro, Dal Cin quanto ha guadagnato?
«Ero partito povero e tale sono rimasto, il bilancio è zero: le ultime vicende (il fallimento del Venezia, tre anni fa, ndr) non mi hanno aiutato».
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