A ventiquattrore dalle parole di Mario Draghi sulle pensioni, anche la Commissione europea chiede allItalia un intervento: non perché i costi di lungo termine dellinvecchiamento della popolazione siano particolarmente alti, ma perché i nostri conti pubblici sono «insostenibili», anche senza incremento della spesa per le pensioni. Una situazione che riguarda altri Paesi, come Francia, Ungheria, Polonia e Portogallo. Dunque, conclude la Commissione, bisogna risanare: «Nel caso italiano - dicono gli uomini di Joaquin Almunia - un veloce consolidamento di bilancio, una volta iniziata la ripresa, è indispensabile per assicurare la riduzione di un debito pubblico molto alto». Negli ultimi anni, afferma ancora Bruxelles, la posizione di bilancio dellItalia è migliorata, ma i livelli di debito sono «motivo di preoccupazione».
Unanalisi poco convincente per Giulio Tremonti, che lamenta soprattutto un «eccesso informativo», unenfasi ingiustificata nel riportare la notizia. «Leggo conti italiani a rischio - osserva - poi vado a vedere e scopro che ci sono tre fasce di rischio: basso, medio, dove stiamo anche noi, e alto dove si trovano Olanda, Inghilterra, Grecia e Spagna. Leggo i titoli e mi chiedo - prosegue il ministro dellEconomia -: che cosa sta succedendo? Non succede niente, è uninformazione già acquisita, unimmagine ansiogena». Il governo, afferma Tremonti, ha messo in sicurezza i conti, «anche se non è stato semplice, e per la prima volta da un decennio la velocità di crescita del deficit italiano è inferiore alla media europea. «Questo - conclude - non vuol dire che va tutto bene; però...».
Il ministro dellEconomia ricorda che il governo ha pensato di concentrare le risorse sugli ammortizzatori «per mantenere la coesione sociale. Si esce fuori dalla crisi - aggiunge - solo se si ristabilisce tutti insieme la fiducia». E conferma che lItalia sta andando meglio di altri Paesi perchè ha puntato sulla manifattura: «Ci hanno martellato per anni col declino, invece è la vecchia storia di Achille e la tartaruga».
Le parole pronunciate a Moncalieri dal governatore di Bankitalia e quelle scritte dalla Commissione di Bruxelles nel Rapporto sulla sostenibilità dei conti pubblici, scaldano comunque il dibattito sulle pensioni, e dividono politica, mondo dellimpresa e sindacato. «Linnalzamento delletà pensionabile è una priorità - sostiene la Ue -: le persone vivono più a lungo e sono più in salute di prima. Se le politiche attuali non vengono cambiate, letà media di pensionamento in Europa aumenterà di un solo anno, da 62 a 63 anni, entro il 2060. Mentre laspettativa di vita dovrebbe aumentare di ben sei anni».
I sindacati, per lo più, non ci stanno. «Bisogna aumentare gli assegni e non letà», dice il segretario cislino Raffaele Bonanni. «No» secco anche da Luigi Angeletti, segretario della Uil. Per il presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia, bisogna riflettere sulle pensioni ma guardare anche alla Sanità, e in generale alla spesa pubblica improduttiva «ancora troppo elevata». E se il centrosinistra, col segretario del Pd Franceschini, apre alle proposte di Draghi, è netto il «no» del ministro leghista Roberto Calderoli.
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