L’Ue grida contro la Chiesa, Prodi tace

Mentre l’Unione esulta, il centrodestra si schiera a fianco della Santa Sede: "Respingiamo le indebite intromissioni dell’Europa". Nessun intervento del premier dopo la sortita di Bruxelles contro gli sconti fiscali. Il Polo: "Ora basta caccia alle streghe". L’Udeur avverte: "Preoccupanti atteggiamenti anticristiani"

L’Ue grida contro la Chiesa, Prodi tace
Roma - Dopo quasi due settimane in cui ha tenuto banco prima la proposta di sciopero fiscale della Lega e poi la chiamata alle armi di Umberto Bossi, da ormai quarantotto ore il dibattito sulle imposte si è spostato sulla Chiesa. Da Bruxelles, infatti, la Commissione Ue conferma di aver chiesto informazioni al governo italiano sulle agevolazioni fiscali di cui gode il Vaticano, segnale evidente che l’Europa ha più di un dubbio sulla legittimità delle esenzioni.

E tanto caldo è il termometro delle polemiche che già di prima mattina il portavoce della Commissione Johannes Laitenberger fa sapere da Bruxelles che «l’accusa di mancanza di rispetto verso la Chiesa è assolutamente priva di fondamento» perché l’unica cosa che ha a cuore la Commissione è «il rispetto del diritto comunitario». Un concetto ribadito pure dal direttore della rappresentanza in Italia della Commissione europea. «Nei confronti della Chiesa - assicura Pier Virgilio Dastoli - non c’è alcun intento vessatorio da parte dell’Ue».

Rassicurazioni che non bastano però a placare gli animi, con il centrodestra e l’area centrista dell’Unione a prendere le difese della Chiesa e la sinistra su posizioni decisamente più anticlericali. In prima fila, ovviamente, Marco Pannella e il ministro Emma Bonino, due che con il Vaticano non hanno mai avuto la mano leggera. Decisamente contraria alla richiesta di chiarimenti dell’Ue è invece Forza Italia. Con il vicecoordinatore azzurro che accusa «le istituzioni della comunità internazionale» di una «preoccupante faziosità» guidata da «un laicismo anticlericale italiano che muove le sue pedine a livello europeo». Ma sono molti gli azzurri a schierarsi con il Vaticano. Dal presidente dei senatori Renato Schifani (colpa del «solito Codice Da Vinci della sinistra radicale, dispiace solo constatare con amarezza il silenzio di Prodi») al capogruppo al Parlamento europeo Antonio Tajani («ancora una volta la sinistra usa l’Ue per intervenire su vicende italiane», i radicali «lascino perdere la Commissione che ha cose più importanti da seguire rispetto a certe smanie provinciali»). E anche la vicecapogruppo a Montecitorio Isabella Bertolini punta il dito contro il premier: «Con il suo silenzio acconsente questa vergognosa caccia alle streghe contro la Chiesa».

Ma a schierarsi con il Vaticano è di fatto tutto il centrodestra. L’ex ministro di An Gianni Alemanno parla di «ennesimo schiaffo da parte dell’Unione Europea alla nostra cultura cattolica» perché «la Chiesa gode di particolari agevolazioni fiscali come tutte le associazioni non profit». Mentre Maurizio Gasparri arriva a parlare di «provocazione degna di Bin Laden». Mentre secondo l’eurodeputata Adriana Poli Bortone si tratta di «attività ostile». Parole simili a quelle del portavoce dell’Udc Francesco Pionati («aggressione anticlericale») e del segretario della Dc per le Autonomie Gianfranco Rotondi («ondata anticristiana»). Netto anche Roberto Maroni. «Dobbiamo respingere al mittente - attacca il capogruppo della Lega alla Camera - questa indebita intromissione dell’Ue».

Molta cautela nel centro dell’Unione. Il ministro della Famiglia Rosy Bindi, infatti, invita a evitare «toni da crociate al contrario». «C’è un accanimento - dice il candidato alla primarie per la segreteria del Pd - nei confronti di una istituzione che rappresenta nel nostro Paese un elemento fondamentale per la vita degli italiani e si fa carico ogni giorno di persone talvolta nemmeno raggiunte dai servizi pubblici». Prudente anche il ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro.

«Tutti devono essere trattati allo stesso modo - dice il leader dell’Italia dei Valori - ma attenzione a guardare lo stuzzicadenti e a ignorare la trave». Mentre il capogruppo dell’Udeur alla Camera Mauro Fabris è su posizioni più vicine a quelle di Udc e DcA e parla di «preoccupante atteggiamento anticristiano».

Decisamente critici, invece, i Radicali. «Finalmente», esulta Pannella, che sottolinea come la richiesta dell’Ue sia frutto del «lavoro ultradecennale del Partito radicale» e arriva a definire i vantaggi fiscali del Vaticano delle «vere truffe». Il trattato del 1929, insiste Pannella, «va cambiato». La Bonino, intanto, si difende dalle accuse delle ultime ore. «Ridicolo e grottesco - dice - pensare che da ministro per le Politiche europee io stia aiutando la Commissione a vigilare sul rispetto della normativa comunitaria». E mentre Franco Grillini definisce l’iniziativa dell’Ue «sacrosanta» e il sottosegretario all’Economia Paolo Cento chiede un «tavolo bilaterale» tra Stato e Vaticano, il presidente della Camera Fausto Bertinotti spiega che «alcuni beni ecclesiastici vanno totalmente esentati» (quelli destinati al culto), mentre «altri accortamente tassati» (quelli che danno rendite). «Il Paese - aggiunge il leader del Prc - ha bisogno di una operazione complessa di redistribuzione della ricchezza».
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