RomaLe tute blu votano Lega nord e il Popolo della libertà è diventato il partito dei lavoratori dipendenti. Anche gli statali tradiscono e guardano ai sindacati autonomi o alle altre confederazioni. Ma, tranquilli compagni, la Cgil ha già trovato una nuova classe di riferimento: i falsi invalidi.
«In tempo di tagli, il governo ha voluto iniziare dai cittadini più in difficoltà, alimentando qualunquismo e diffidenza sociale», è il jaccuse di Luigina De Santis, dirigente dellInca Cgil, che non è in difesa dei lavoratori e dei pensionati. Si dirà, sta giustamente difendendo chi ha diritto allassegno sociale. Ma leggendo larticolo comparso nel supplemento «Cgil» dellUnità, si capisce che la sindacalista ha un obiettivo preciso: il giro di vite deciso dal governo, che è diretto contro chi abusa e ottiene lassegno senza averne diritto. La componente del collegio di presidenza dellInca se la prende proprio con la campagna da mezzo milione controlli nella quale è già impegnata lInps.
Sta dando risultati importanti, ma alla sindacalista non interessa. Cè troppo accanimento. E per cosa poi? Al massimo scovare chi «ruba 250 euro al mese, con un reddito annuo che non supera i 4.000 euro». E lasciategliele ste due lire, sembra dire. La tesi implicita del patronato Cgil ha un sapore Anni settanta. Cè unevasione buona e una cattiva, tutti contro labusivismo cattivo, quello dei padroni, ma facciamo quadrato in difesa di quello buono, di classe, dettato dalla necessità. La Cgil non prova nemmeno a prendersela con chi sottrae risorse alla collettività e, soprattutto, ai veri invalidi. Nessun accenno ai recenti arresti di Napoli per associazione a delinquere finalizzata proprio a erogare pensioni facili.
Condanna invece il governo che ha deciso il giro di vite, innescato unondata di qualunquismo e campagne di stampa che riportano casi come quelli dei finti ciechi che guidano le automobili e scaricano «le responsabilità dellimbroglio sul singolo, tacendo sulle responsabilità dei medici che hanno certificato il falso».
Ma il problema è soprattutto la manovra di correzione dei conti varata dal governo, perché prevede un aumento della percentuale di invalidità per il riconoscimento dellassegno a carico della collettività. E poi predispone un altro massiccio giro di vite, con 500mila verifiche tra il 2010 e il 2012. Già da gennaio è in vigore una normativa più stringente. «Ci eravamo illusi - lamenta la sindacalista - di avere fatto un passo in avanti importante con lattribuzione di nuove competenze allInps in questa materia, con la presentazione delle domande telematiche allistituto, la partecipazione di un medico Inps alla commissione medica che valuta il grado di invalidità». E invece niente. «Queste novità, pur rilevanti, non sono bastate a evitarci lennesima massiccia campagna di colpevolizzazione sociale degli invalidi». Come dire, una stretta lavevate già fatta; perché infierire? Il numero di invalidi in Italia, poi, è in linea con lEuropa - sostiene De Santis.
Dove vada a parare la dirigente dellInca si capisce alla fine.
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