Fabrizio de Feo
da Roma
Cè chi si affida allironia e definisce la situazione grave ma non seria. E chi imbraccia le armi dellindignazione e spara a zero contro lultima trovata di Paolo Ferrero, il ministro della Solidarietà Sociale impegnato a smantellare la legge Bossi-Fini mattone dopo mattone, fino a scoperchiarne le fondamenta.
Lidea dellesponente di Rifondazione è di quelle rivoluzionarie. LItalia ha il problema degli immigrati clandestini? E allora facciamola breve: aboliamo la concezione stessa di clandestinità e apriamo le frontiere anche a chi non ha un lavoro. Una misura che equivarrebbe a una sorta di liberalizzazione dellaccesso alle nostre frontiere, attraverso lo strumento del permesso per «ricerca lavoro» ottenuto attraverso la garanzia di uno sponsor o di una associazione di assistenza. Un ribaltamento delle regole destinato ad accendere speranze e illusioni nel popolo dei disperati e a trasformare lItalia in una sorta di Terra Promessa, di Bengodi dellaccoglienza, con buona pace delle regole europee.
Cè un altro punto della proposta che scatena le proteste del centrodestra. Ferrero, infatti, in una intervista concessa a SkyTg24 lunedì scorso, propone di assegnare una «dote» per ogni immigrato. «Con il nuovo permesso sono previsti uno sponsor e una dote. Lo sponsor è fornito da unassociazione, può essere imprenditoriale o di volontariato, e si prenderà cura dellimmigrato; la dote è una somma - si pensa a 2-3 mila euro ma sulla cifra si sta ancora ragionando - che dà garanzie sul suo mantenimento durante la permanenza». Parole che fanno salire ancora di più il tono dellindignazione, visto che le parole del ministro sembrano far intendere che sarà il governo a fornire questa somma ai neo-immigrati in cerca di lavoro. Il partito che spara con più veeemenza è la Lega. «Il governo comunista toglie lultimo brandello di maschera: permesso di ingresso non per lavorare avendo già un lavoro ma permesso per cercare lavoro con la garanzia di uno sponsor (associazione di assistenza) e una dote di alcune migliaia di euro per il mantenimento nel periodo di ricerca. È una vergogna, questo è razzismo verso i cittadini italiani» scrive in una nota il senatore del Carroccio, Ettore Pirovano. Secondo lesponente della Lega «si ritorna alla vergognosa speculazione delle associazioni di assistenza che (legge Martelli) si facevano pagare dai clandestini il patrocinio dello sponsor. La disperazione di trovare voti tra gli immigrati clandestini e non ha ormai stracciato gli ultimi barlumi di dignità della sinistra di Prodi».
Usa toni allarmati anche lazzurra Isabella Bertolini che definisce «una sciagura» la proposta del ministro di Rifondazione. E chiede al presidente del Consiglio di intervenire. «Prodi sfiduci i deliri del ministro Ferrero. Ministri come Ferrero sono un gravissimo pericolo perché non esprimono politiche che configurino una immigrazione sostenibile per lItalia ma parlano per slogan e ideologia condite con una salsa di irresponsabilità istituzionale. Forse Ferrero non sa che limprenditore sponsor era già contenuto nella Turco-Napolitano ed è fallito miseramente, né forse è al corrente delle difficoltà in cui già versano i nostri Comuni a fronteggiare lemergenza servizi sociali, le cui risorse sono ormai destinate per la maggior parte agli immigrati, creando gravi squilibri allinterno delle fasce più a rischio della nostra società». «Pensiamo poi al disastro che - aggiunge la deputata di Fi - provocherà il decreto voluto dal governo Prodi che apre ancora di più le porte a nuovi immigrati, consentendo anche i ricongiungimenti familiari di genitori e nonni, persone di età che ricadrebbero immediatamente sulle spalle di un welfare già al collasso. È evidente che siamo davanti a una compagine di dilettanti che stanno portando lItalia allo sbaraglio».
In serata, però, almeno su un punto, quello della «dote» agli immigrati, arriva la retromarcia di Ferrero che, incalzato dalle polemiche, ritratta: «Nessuno ha mai pensato, né detto, né sostenuto da nessuna parte» che lo Stato debba dare una dote economica agli immigrati. «È una pura invenzione».
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