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L’ultima sfida di Mourinho: "Volete correre con me?"

Stasera Inter-Udinese. Josè è carico e gioca coi giornalisti. "Non sono cupo: è che con voi non c’è da ridere. Sette gare senza vittorie diventano 70... Ma la mia Inter non l’avete ancora vista". Balotelli? "Subito dopo Kazan gli ho parlato col cuore in mano. E poi l’ho convocato per oggi"

L’ultima sfida di Mourinho:  
"Volete correre con me?"

Appiano Gentile - Sette punti nelle ultime tre giornate, 0-0 col Napoli, poi al Friuli 1-0 con il Milan e 2-0 con il Genoa, neppure un gol subito. È l’Udinese che si presenta con il capocannoniere del campionato. «Dopo gli ultimi risultati positivi - Pasquale Marino è su di giri -, la squadra non è più quella di qualche settimana fa. L’aspetto psicologico e gli equilibri generali sono cresciuti, aver limitato squadre molto offensive come Milan e Genoa è un bel segnale. Vorrei vedere una crescita costante. Quando sei in grado di migliorarti anche contro avversari come l’Inter, allora acquisti ancora più forza». Il finale è un po’ un azzardo ma è così che si arriva a San Siro: «Se pensiamo di difenderci per 90 minuti, un gol lo prendiamo di sicuro, dobbiamo fare una grande partita».

Ad Appiano invece niente di niente, ci siamo scordati tutti che c’era l’Udinese, José ha buttato lì qualcosa, ma era molto più intrigante scoprire il suo stato d’animo piuttosto che conoscere quello di Udinese e Inter. Non c’è confronto, il capo indiscusso resta lui, gli si attribuiscono doti e poteri da sciamano: sta bene, e allora sta bene tutto il villaggio, ha la bocca storta, mio dio, è in arrivo una calamità: «Non sono nervoso», ha detto a un certo punto scagliando anche un quasi sorriso.

In effetti lo abbiamo trovato bene, è stata una visita sommaria, buon colorito, nessuna pausa, neppure un minimo di polemica, anche se il tentativo di innescarla c’è stato: è arrabbiato perché l’Inter sta giocando male?

José ha risposto prima ancora che finisse la domanda: «Non sono d’accordo». E questa volta non c’è stata replica perché si è capito subito che sarebbe stato tempo perso.
Allora qualcuno c’ha riprovato con il suo umore: «Non sono nervoso, ma come minimo non ho motivo di ridere e scherzare con voi. Prendo atto della realtà, quando si parla dell’Inter, 7 gare senza vittorie diventano 70. Nello spogliatoio rido. Davanti a voi non penso di avere grandi ragioni per sorridere, non è un problema vivere con questa tendenza, ma come minimo non ho motivi per ridere e scherzare con voi. Mi conoscete per quello che sono in campo, ma durante la partita nessuno ha voglia di ridere, guardate Julio Cesar se per caso si mette a ridere mentre sta giocando». Allora uno si chiede che cosa gli roda, e José anticipa: «Contro il Kazan ho cambiato subito mettendo Stankovic dietro le punte e nessuno ha detto che Mourinho ha fatto bene e che Stankovic ha subito fatto gol. Evidentemente il mio passaporto è diverso ed è facile dimenticare quello che ho fatto in carriera». Ieri comunque era preparatissimo, quando gli è stato riferito che Patrick Vieira, neppure convocato, si era lamentato per lo scarso utilizzo ventilando un’uscita dal club già a gennaio, José ha tirato una mina a miccia corta: «Finora ha giocato 283 minuti, più di Sneijder, Thiago Motta, Muntari e Cambiasso. Io lo rispetto, ma qui tutti vogliono giocare». Più o meno stessa domanda sull’utilizzo del giovane sloveno Renè Krhin: «Lui ha fatto 12 minuti con la sua nazionale e 14 con l’Inter». Quando è in partita memorizza anche il numero degli insetti che girano sulla panchina: «Non giudicate questa squadra perché ancora non l’avete vista a pieno organico, l’Inter non ha preso Thiago Motta e Sneijder perché le avanzavano dei soldi».

Poi ha raccontato di Supermario. Niente multe, l’Inter cerca ancora una volta la linea morbida, anche se qualcuno, Samuel, ha preso il ragazzo in disparte e gli ha fatto un paterno shampoo. Anche José: «Subito dopo quello che è successo gli ho detto quello che avrebbe dovuto fare. Gli ho parlato con il cuore in mano. E se l’ho convocato significa che può giocare». Gli hanno chiesto se per caso avesse avuto un colloquio anche con Mancini: «Portatemelo qui - ha chiesto a Paolo Viganò dell’ufficio stampa -. Questa è una domanda che dovete fare direttamente a lui. Cosa ho consigliato a Vieira? Il consiglio l’ho dato a lui, non lo devo dire a voi». Ieri comunque José era su di giri, morale alto: «Qualcuno vuole sfidarmi in qualche gara o corsa?».

Nessuno si è proposto.

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