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L’ultima di Woodcock per occuparsi del Cav

L'ultima trovata del pm napoletano Woodcock l'ha rivelata Panorama: Lavitola e Tarantini indagati per estorsione al premier. Tanto per cambiare al centro dell'inchiesta ci sarebbero le telefonate 

L’ultima di Woodcock 
per occuparsi del Cav

Woodcock&Co hanno trovato il modo di intercettare Berlusconi, senza nemmeno sporcarsi le mani. È bastato, secondo quanto racconta il numero di Panorama oggi in edicola, raccontarlo come «parte lesa» sotto ricatto. L’ipotesi? Estorsione. Gli indagati? Una strana, stranissima coppia. L’editore dell’Avanti!, Valter Lavitola, e l’ex re pugliese delle protesi, Giampaolo Tarantini.
Per i pm napoletani Woodcock, Piscitelli e Curcio (gli stessi delle inchieste su P4 e Marco Milanese), la presunta estorsione ruoterebbe su un pagamento di 500mila euro destinato a Tarantini, l’imprenditore che nel 2008 portò Patrizia D’Addario a Palazzo Grazioli per trascorrere una notte a luci rosse.

Tarantini a Bari è indagato anche per favoreggiamento della prostituzione, proprio relativamente alle ragazze da lui pagate per prender parte a serate e feste nelle residenze del premier. A quanto dice Panorama, quel mezzo milione, più altre dazioni mensili, per l’accusa, sarebbe finito a Tarantini perché confermasse la sua versione, ossia che Berlusconi era all’oscuro che le ragazze portate da «Giampi» alle sue feste fossero escort. E nelle telefonate intercettate dai pm di Napoli, spiega il settimanale, quella versione sarebbe confermata: Tarantini riferirebbe ai suoi interlocutori di aver sempre nascosto al premier quel «dettaglio».

Ma per i magistrati partenopei, i soldi sarebbero stati anche un incentivo a Tarantini affinché, nell’inchiesta barese (per la quale è prossimo l’avviso di chiusura indagine), chiedesse un patteggiamento, per ritrovarsi unico imputato nel filone escort, risparmiando a Berlusconi la pubblicazione di intercettazioni «imbarazzanti». Lavitola, nell’ipotesi d’accusa, sempre secondo il settimanale, avrebbe invece raggirato lo stesso Tarantini, tenendo per sé 400 dei 500mila euro destinati a «Giampi». E il direttore-editore dell’Avanti!, per gli inquirenti, avrebbe utilizzato quelle somme dirottandole in operazioni finanziarie di suo interesse.
Panorama ha interpellato il presidente del Consiglio, che ha negato di essere vittima di un’estorsione: «Ho aiutato una persona e una famiglia con bambini che si è trovata e si trova in gravissime difficoltà economiche. Non ho fatto nulla di illecito, mi sono limitato ad assistere un uomo disperato non chiedendo nulla in cambio». A sostenere l’indagine, anche stavolta, ci sarebbero soprattutto intercettazioni telefoniche. Tra Lavitola, Tarantini e la moglie di questi, Angela Devenuto.

Ma come detto, nella rete sarebbe finito pure Berlusconi. Almeno una conversazione tra il direttore dell’Avanti! e il premier, in cui i due parlano dell’inchiesta P4 (e Berlusconi si dice «totalmente distaccato» dalla cosa), sarebbe infatti stata intercettata a luglio. Le chiacchiere con l’ex re delle protesi e con sua moglie, invece, sarebbero al momento l’unica prova del passaggio dei 500mila euro e dei successivi versamenti di denaro.

E sempre quelle intercettazioni, in cui secondo Panorama i due, «il gatto e la volpe», parlano «in modo disinvolto di soldi, ricatti e bugie», avrebbero convinto i pm della «trattenuta» sulla somma operata da Lavitola a danno di Tarantini.

Napoli non conferma e non smentisce, ma il procuratore capo Lepore ieri è rientrato dalle ferie: secondo Panorama, tra l’altro, l’indagine è a un punto delicato, con alcune richieste dei pm già al vaglio del gip.

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