L’ultimatum a Biasotti «Ha dieci giorni per scegliere cosa fare»

L’ultimatum a Biasotti «Ha dieci giorni per scegliere cosa fare»

Dieci giorni di tempo (da ieri) per mettersi in regola e decidere dove stare. Se fare il deputato o presidiare il consiglio regionale. Sandro Biasotti ha avuto l’ultimatum dai colleghi della ex sala verde che ieri hanno votato una delibera con cui si avvia la procedura per l’esercizio della opzione: se entro il periodo prestabilito l’ex candidato alla presidenza della Regione per il centrodestra non avrà fatto la scelta decadrà dalla carica di consigliere regionale.
Così, l’assemblea legislativa ha scelto di non tenere conto di quanto disposto dalla Giunta per le autorizzazioni della Camera che aveva lasciato la possibilità al parlamentare del Pdl di mantenere il doppio incarico, fino a quando il Tar non si sarà espresso sul ricorso di alcuni candidati che chiedono l’annullamento delle elezioni di fine marzo per l’errata procedura di convocazione. Provvedimento che è passato con 31 voti su 32 presenti ed un solo astenuto, Roberto Bagnasco (Pdl) che ha voluto evidenziare «l’ incongruenza delle regole stabilite dalle nostre istituzioni. Per la Camera - ha detto - la posizione di Biasotti è infatti compatibile mentre per il regolamento della Regione Liguria non lo è».
L’assemblea di via Fieschi ha fatto spallucce del Tar ed è stato lo stesso presidente del consiglio regionale Rosario Monteleone a sottolineare come «la richiesta fatta al Tribunale amministrativo è infondata ed illegittima. Credo che i giudici si regolino di conseguenza: prevarrà la volontà popolare». Lo stesso Monteleone ha fatto sapere di avere già inviato una lettera a Biasotti chiedendogli di scegliere tra uno dei due incarichi come hanno fatto nei giorni scorsi i consiglieri Marco Limoncini (Udc) e Edoardo Rixi (Lega Nord) lasciando le loro cariche rispettivamente di sindaco di Cicagna e di deputato.
Ma da Roma Sandro Biasotti è ancora in dubbio su quale scelta fare: «Non ho ancora deciso, mi sono preso ancora qualche giornata di riflessione - spiega l’ex governatore -. Se c’entra con la volontà di avere incarichi nel partito? No, assolutamente, non ho ambizioni del genere». Il dubbio ruota soprattutto su vicende di carattere politico e personale: «Con il cuore sono in Regione, ma la testa mi dice Roma - prosegue -. A Genova ci sono la mia famiglia e l’azienda da portare avanti e sono prerogative forti». Alla domanda se abbia preferenze anche rispetto a chi dovrà sostituirlo, Biasotti le incertezze se le toglie: «Non scelgo certo in base a terzi.

Sia Alessandro Gianmoena (primo dei non eletti del Pdl alla Camera ndr) sia Lorenzo Pellerano (primo dei non eletti della Lista Biasotti presidente in consiglio regionale ndr) sono persone degnissime. Gianmoena ha una storia politica alle spalle, così come Pellerano ha ottenuto un ottimo riscontro lo scorso marzo».

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