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L’ultimo anno di Collina «Entusiasta come all’inizio»

Caro Pierluigi Collina, cominciamo l’intervista dalle novità della stagione. Primo: l’abolizione del sorteggio. È vero che voi arbitri avete brindato per festeggiare?
«Mi risulta facile rispondere con le parole di Tullio Lanese, il presidente dell’associazione arbitri. È una conquista della categoria, ottenuta grazie alla disponibilità della Lega professionisti di Milano e alla sensibilità della Federcalcio. Qui potrei mettere il punto».
E invece?
«E invece mi sembra doveroso segnalare che in qualsiasi campo dell’attività umana rimpiazzare le scelte casuali con quelle operate dall’intelligenza delle persone dev’essere una operazione da salutare con simpatia. Dei brindisi non mi risulta, so invece che la scelta ha riscosso il consenso generale degli arbitri italiani».
Seconda novità: l’abolizione del doppio designatore, autentica anomalia, e l’introduzione del designatore unico. Si può parlare di ritorno all’antico o della fine di un odioso compromesso tra grandi club?
«Mi avvalgo della facoltà di non rispondere».
Passiamo al contenzioso sul fuorigioco: come farete voi arbitri a cavarvela nella disputa tra Uefa e Fifa?
«Qui la risposta, unica e definitiva, spetta solo agli organi tecnici competenti in materia».
Non opporrà il riserbo anche a proposito della deroga decisa a sua favore?
«Obiezione».
Cioè?
«Non si tratta di una leggina ad personam, il provvedimento Collina cioè. Riguarda tutti coloro si ritroveranno da oggi in avanti nelle mie stesse condizioni anagrafiche. E d’altro canto sarebbe stato curioso poter arbitrare per Uefa e Fifa fino a dicembre e non per il calcio italiano. Del provvedimento sono grato a Federcalcio e Associazione arbitri a cui ho promesso, se possibile, un maggior impegno e una gran voglia di far bene. A leggere dai primi giudizi del nuovo designatore Mattei, mi pare che sia stato colto l’entusiasmo personale e la risposta dei cosiddetti arbitri anziani. Abbiamo lavorato duro a Sportilia».
Altra novità in arrivo: l’utilizzo della moviola...
«Non riguarda noi arbitri. Ne parleremo quando verrà introdotta e se verrà introdotta».
Non può cavarsela così, caro Collina: sulla tecnologia c’è una diffusa resistenza da parte degli arbitri e del calcio in generale...
«E invece, sull’argomento, vi rimando alla decisione ufficiale adottata nel 1999, non ieri e nemmeno un anno fa, dagli arbitri Uefa. È fattibile l’introduzione della tecnologia che possa in modo assolutamente certo colmare una lacuna. L’esempio è quello del gol-fantasma: se c’è un metodo per dimostrare, in modo scientifico, aggiungo che dia certezze al 100% e non al 99%, ebbene noi siamo pronti ad accoglierlo».
C’è un altro problema sottovalutato negli anni passati: è aumentato il numero delle partite, di conseguenza le società hanno moltiplicato i loro organici, mentre gli arbitri sono rimasti, numericamente, gli stessi. Non è venuto il tempo di allungare anche la vostra panchina?
«Le risponde uno che ha disputato nella stagione conclusa a fine giugno, il maggior numero di partite: 27 in serie A, un bel numero in serie B, poi ci sono state la coppa Italia e le coppe europee, quindi le sfide di qualificazione e infine gli spareggi. A 45 anni di età, non ho mai patito la stanchezza o avvertito la fatica. Oggi la squadra degli arbitri è reduce da una preparazione fisica di alto livello, raffinata nei metodi, con un lavoro accurato e richiami periodici. E aggiungo infine una piccola considerazione: anche noi arbitri, come accade ai calciatori, non siamo felicissimi nello stare in panchina».
Arbitri utilizzati come testimonial in pubblicità: è il primo passo per migliorare l’immagine della categoria?
«L’appeal migliorerebbe se il calcio italiano riuscisse a purgarsi di veleni e polemiche che scandiscono errori smascherati da un numero industriale di telecamere piazzate per ogni partita. E si sa che l’occhio umano non è infallibile. Un clima meno rissoso favorirebbe il reclutamento di giovani arbitri».
A proposito: perché gli errori dei fischietti in Italia vengono accompagnati da fiumi acidi e quelli all’estero, in coppa Campioni, per esempio, passano quasi inosservati?
«Colgo a fatica una grande differenza. Anche in Inghilterra, nel loro piccolo, s’incavolano: il gol fantasma di Liverpool-Chelsea non è passato proprio inosservato».
Il ct della Nazionale, Marcello Lippi, si è schierato al vostro fianco nell’anno del mondiale: durerà?
«Sono parole sincere che pesano e che abbiamo apprezzato. Dietro ho colto l’orientamento politico del presidente Carraro. Sarà decisivo presentarsi al mondiale tedesco con una bella immagine».
Caro Collina, in questa estate torrida, fatta di processi, proteste di piazza e ricorsi vari, c’è qualcosa che le ha reso il suo calcio meno amaro?
«La reazione della mia figliola più piccola all’annuncio ufficiale della regola che mi consentiva di poter ancora arbitrare per un anno. Mi ha fatto una festa e non immaginavo che la vicenda potesse interessarla così direttamente».
Chiusura in gloria, caro Collina: con quale spirito si è presentato in campo, ieri pomeriggio, per la coppa Italia?
«Con lo spirito che avevo nell’estate del 1991, quando cominciai la mia attività. Sono passati molti anni, non ho mai perso l’entusiasmo.

Nella scelta del designatore ho colto anche un riconoscimento: sono stato l’arbitro che ha diretto l’ultima gara, lo spareggio di B, il 26 giugno, sono stato il primo a scendere in campo per inaugurare la nuova stagione».

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