Gianni Pennacchi
da Roma
«Una coincidenza davvero singolare», manda a sottolineare con sarcasmo il premier. E non è che lasci nellincertezza o alle deduzioni dei cronisti la casualità sospetta, anzi la spiattella con precisione, senza se e senza ma. Si tratta degli incontri che tanto Massimo DAlema quanto Romano Prodi hanno avuto lestate scorsa con Antoine Bernheim, presidente delle Generali, proprio nel bel mezzo della scalata Unipol alla Banca Nazionale del Lavoro. Incontri separati ovviamente, e probabilmente concorrenziali, se la tesi corrente vuole che DAlema tifasse per la compagnia assicurativa delle coop rosse, mentre Prodi, con Francesco Rutelli, osteggiasse lacquisizione della Bnl da parte dellUnipol. Bernheim era comunque essenziale per ambedue gli obiettivi contrapposti, perché le Generali detengono un pacchetto importante di azioni Bnl. Però, oltre alla «coincidenza davvero singolare», Il leader della Cdl fa rimarcare la «smemoratezza» dei due leader avversari, in particolare del candidato premier dellUnione.
Gutta cavat lapidem, insegna la saggezza latina, una goccia dopo laltra e si spaccano anche le pietre. Così Silvio Berlusconi sta mantenendo la promessa formalizzata sabato scorso: poiché il caso Unipol «non è chiuso», anzi occuperà la scena politica ancora a lungo, e si è deciso di martellare «colpo su colpo» il centrosinistra, ogni giorno un macigno, oppure una staffilata, alla peggio una goccia di curaro.
Lobiettivo ormai evidente è quello di far saltare i nervi, in particolare ai dirigenti della Quercia; e il proposito anchesso evidente è di proseguire così per lintera campagna elettorale. Prima lelenco dei questuanti alla porta di Bernheim, poi il rilancio degli interrogativi sui 50 milioni di Giovanni Consorte, il patron ormai dimissionario di Unipol, adesso le «coincidenze» e le omissioni di Prodi che «dimentica» di ammettere pubblicamente di aver incontrato il presidente delle Assicurazioni Generali. Domani, potete giurarci, cadrà unaltra goccia sulla pietra della sinistra.
Questa intanto, Berlusconi lha affidata a una nota diffusa da Palazzo Chigi, che prende lo spunto da quanto dichiarava il leader del centrosinistra sui giornali di ieri mattina. Eccone il testo: «Prodi, sui giornali di oggi, dice che presto andrà a incontrare il presidente delle Generali Bernheim. Si dimentica di dire che lo ha già incontrato non molto tempo fa. Guarda caso, nei giorni caldi dell'offerta pubblica di acquisto sulla Banca Nazionale del Lavoro. Proprio come D'Alema che ieri, per gentile suggerimento del presidente degli industriali del Lazio Valori, si è dovuto ricordare di essere andato, anche lui, a cena con lo stesso presidente delle Generali». Come al cinema, si scatena lironia del premier, che rimarca: «Improvvisamente l'estate scorsa, tutti i leader dell'Unione sentono il bisogno di incontrare separatamente, nel giro di pochi giorni, il numero uno del gruppo che detiene un decisivo 8,7% della Bnl, in quel momento sottoposta all'offerta pubblica d'acquisto di una grande banca spagnola a cui si opponeva il tentativo di scalata dell'Unipol. Una coincidenza davvero singolare, visto che tutti questi commensali insistono nel dire che con Bernheim di tutto hanno parlato tranne che della vicenda Unipol». La stoccata finale è per la stampa vicina al centrosinistra: «C'è da giurare che i loro giornali sono pronti a credergli».
La carica del Cavaliere dunque non sarresta. Ieri sera ad Arcore ha avuto a cena Umberto Bossi e lo stato maggiore della Lega (Roberto Maroni, Roberto Calderoli e Giancarlo Giorgetti). Non mancava ovviamente il superministro Giulio Tremonti, e in questo vertice conviviale Berlusconi ha incassato il sostegno del Carroccio alla sua battaglia sul caso Unipol. Anche il presidente del Senato ha preso posto al suo fianco, con una dichiarazione resa a Torino che boccia ogni pretesa di «partito etico».
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