L’ultimo polverone del Rubygate: furto a Corona Rubati due pc: "Cercavano scatti del premier"

Il fotografo dei vip al centro di mille intrighi denuncia un blitz nel suo studio, portati via due computer e l’archivio segreto: "Cercavano le foto di Berlusconi nudo, hanno agito su commissione. I mandanti sono quelli che vogliono abbattere il Cav". Caccia alle immagini. La difesa presenta denuncia preventiva

L’ultimo polverone del Rubygate: furto a Corona 
Rubati due pc: "Cercavano scatti del premier"

Si sono portati via due computer e l’archivio segreto. Fabrizio Corona, il fotografo al centro di mille scandali e intrighi, è ancora protagonista. Un giallo in piena regola che lui stesso riassume così: «Cercavano le foto di Berlusconi con le ragazze. Il premier nudo. Questo è un furto su commissione. I mandanti sono quelli che soffiano sul fuoco per abbattere una volta per tutte il Cavaliere». Corona è un personaggio sui generis, sopra le righe, sempre sulle copertine e sempre a contatto con personaggi da copertina. Qualche giorno fa, in un’intervista al Fatto aveva detto testualmente: «Ci sono, eccome, filmini e immagini del bunga bunga, anche quelli più intimi». Qualche ora dopo aveva ingranato la retromarcia e smentito su tutta la linea, ma la pressione su di lui non è più diminuita.

Corona è il paparazzo per eccellenza delle starlette e dunque ci si rivolge a lui per trovare le fantomatiche immagini scattate ad Arcore di cui tutti parlano in queste ore. «I giornalisti mi assediano, mi tempestano, mi subissano di richieste - spiega al Giornale mentre ricostruisce l’accaduto con la polizia scientifica - io non ne posso più, questo paese fa schifo, domani pomeriggio (oggi, ndr) dirò tutto quello che penso a Domenica 5. Però una cosa posso affermarla fin d’ora: chi è entrato nel mio ufficio sapeva esattamente cosa cercare. Hanno lasciato i soldi, gli assegni, le cambiali, altri oggetti, hanno trascurato il computer della contabilità e le stampanti per concentrarsi sul mio personal e su quello della mia segretaria. Poi hanno rubato l’archivio segreto, quello in cui custodisco molte immagini riservate».

Bisogna dunque immaginare che sia stato trafugato lo scrigno dei misteri italiani? Corona non si lascia mettere all’angolo tanto facilmente: «Ma no, figuriamoci se io tengo nell’archivio segreto le foto di Berlusconi, ammesso che ci siano davvero». Insomma, i ladri avrebbero mancato l’obiettivo, ma non si capisce se Corona abbia da qualche altra parte del materiale interessante.

Certo, la caccia spasmodica, il safari a puntate, la ricerca ossessiva delle foto del Cavaliere desnudo prosegue a ritmi forsennati. E le redazioni dei giornali potrebbero essere inondate a breve da foto e fotomontaggi di ogni genere. Insomma, si sta sviluppando un mercato in cui si vendono a peso d’oro immagini imbarazzanti del Cavaliere attorniato da provocanti similRuby. Secondo Il Fatto, nei giorni scorsi, una ragazza, una papi girl per dirla con il linguaggio del quotidiano diretto da Antonio Padellaro, avrebbe bussato attraverso un intermediario alla porta di un’agenzia per proporre alcuni scatti. Il prezzo? Stellare: un milione e passa di euro. Risultato: l’avrebbero messa immediatamente alla porta.

In questo clima gli avvocati del Cavaliere, Niccolò Ghedini e Piero Longo, si cautelano ed annunciano una denuncia preventiva al Garante della privacy e alla procura per fermare questo polverone.
Un suk, a sentire i legali, in cui si spaccerebbero solo fotomontaggi e patacche di vario genere. La tesi è avallata in qualche modo dal procuratore di Milano Edmondo Bruti Liberati che a più riprese ha dichiarato: «Non esistono foto hard del Cavaliere, ma solo immagini innocenti o penalmente irrilevanti». Anche se la polizia sta ancora completando il lavoro di scavo.

Dunque, si va avanti fra chiacchiere e gossip.

Con un Corona teso, inquieto, sempre più preoccupato: «Ho paura, ho paura che mi succeda qualcosa, per questo ho deciso di dire tutta la verità». Appuntamento e show oggi, a Domenica 5. «Ma devono lasciarmi parlare - è la sua conclusione - non devono interrompermi. E racconterò finalmente tutto su questa storia».

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