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«L’ultimo segreto Juve: molti falli, pochi gialli»

Riccardo Signori

Moratti ha fatto i complimenti a tutti da New York. Naturalmente non agli arbitri. E nemmeno alla Juve. Facchetti ha continuato a regalare ironia sotto traccia. E quando Mattei ha indicato l’arbitro Trefoloni, per la partita di Firenze, si è speso nella miglior diplomazia: «Ottimo arbitro. Ma ora ciò che conta è la sfida con la Fiorentina, più importante di quella con la Juve alla quale cominceremo a pensare da giovedì». Traduzione: lasciate strillare Moggi e gli altri, stavolta parlano i fatti. Meglio vincere anche a Firenze e vedere l’effetto che fa. E, appunto, andando a spulciare tra fatti e fatterelli, ieri l’Inter si è divertita in una curiosa ricerca statistica. Se non sono veleni, ormai non si diverte più nessuno. La dirigenza nerazzurra non ha gradito il contropiede di Moggi. In sintesi: «Quest’anno è la prima volta che gli arbitri sbagliano a nostro favore. L’Inter non può proprio parlare». Infatti se il metro di paragone è l’arbitro Dattilo, ecco le fesserie commesse (a favore dell’Inter) nella partita con il Cagliari.
Ma ci sono dati e dati, ricordi e ricordi. L’Inter ha conteggiato il numero dei falli subiti dai suoi giocatori e da quelli di Juve e Milan con tanto di ammonizioni a carico. Il conto diventa inversamente proporzionale alla logica. La Juventus ha commesso 545 falli in 23 giornate ed ha subito 36 ammonizioni: l’Inter è arrivata a 415 falli, subendo 43 ammonizioni; il Milan ha toccato quota 417 falli, subendo 28 ammonizioni. Insomma i falli dei nerazzurri devono essere ben più maligni e cattivi di quelli delle altre due squadre. Sennò non si spiega il numero di ammonizioni superiori alle altre due, che pur hanno commesso più falli. È il bello del calcio e il brutto degli arbitraggi, talvolta incomprensibili. Salvo pensar male. E se il Milan ha giocatori notoriamente meno ruvidi, è difficile pensare che nei falli juventini ci sia un superiore influsso da gentlemen.
Dati i numeri, l’Inter cerca di non dare altri appigli agli avversari. Mancini ora ha un diffidato in più, Burdisso, che si aggiunge a Samuel, Cambiasso e Stankovic: ovvio porsi qualche problema per la partita con la Fiorentina. Basta un niente per convincere un arbitro ad ammonire anche maldestramente (vedi il caso Muntari). Certo, l’Inter deve innanzitutto vincere, altrimenti il resto conterà poco. Trefoloni è l’arbitro cui un giorno Mancini (anno scorso: Lazio-Inter) gridò: «Vergognati!». Ultimo episodio di una serie di precedenti ruggini. «Trefoloni è un buon arbitro, ma ora in pessima forma», ha raccontato un ex arbitro, oggi opinionista televisivo. Situazione ideale per una partita delicata. Dopo quell’ultimo sgarbo, l’arbitro ha diretto altre volte l’Inter evitando di farsi correre dietro: Palermo-Inter, Inter-Roma, Lazio-Inter ed anche la finale di ritorno di coppa Italia con la Roma, l’anno passato. Messina-Inter e Lecce-Inter quest’anno. Che il «Vergognati!» di Mancini sia servito? Forse ci ha pensato pure Mattei.
Nel frattempo il Mancini infuriato, ma a galla tra diplomazia e ironia, ha lasciato posto al tecnico che si gode una squadra di buon aspetto e bel gioco, pur temendo le trappole fiorentine. «La Fiorentina non è solo Toni», ha raccontato. «Se lui viene limitato, la squadra perde molto. Però ci sono altri calciatori forti. E quando si incontrano squadre quadrate, bisogna giocare come contro il Chievo: serve genialità però se la squadra è molto concentrata tutto diventa più facile». E più bello.

Almeno finché filmati e moviola non rovinano la festa.

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