L’ultimo viaggio per far del bene dei tre ambasciatori del Trentino

La voce al telefono è sconvolta. Ivanor Manatti ha dato la notizia della tragedia a Trento. «Li ho portati io all’aeroporto di Florianopolis, nello Stato di Santa Catarina. La coincidenza a Rio de Janeiro per Parigi era molto stretta. Li ho chiamati per sapere se era tutto a posto. Mi hanno detto di sì, che avrebbero preso il volo in tempo. Sarebbe stato meglio perderlo». L’italo-brasiliano ha passato una settimana con Luigi Zortea, Rino Zandonai e Gian Battista Lenzi, trentini, tre degli almeno dieci italiani sul volo Air France 447 di cui i radar hanno perso le tracce nella notte di domenica. A bordo c’era anche Claudia Degli Esposti, bolognese di 55 anni, responsabile del marketing territoriale dell’Ervet, società emiliana per la valorizzazione economica del territorio. Era stata invitata a una fiera del settore tessile. Secondo fonti alla Farnesina, in un primo momento è stato difficile capire il numero degli italiani coinvolti perché alcuni avrebbero doppia nazionalità. Altoatesini altri tre passeggeri: Georg Martiner, 25 anni, di Ortisei, nato in Brasile ma residente a Bolzano; Alexander Paulitsch, 35 anni, di San Candido e Georg Lercher, anche lui di San Candido.
Minatti è il presidente del circolo trentini della cittadina brasiliana di Curitiba. Ha accompagnato i tre italiani: un viaggio di solidarietà, in aiuto alle comunità di emigrati trentini del Brasile, per portare finanziamenti e inaugurare progetti. San Paolo, Ouro Fino, Curitiba, Piraquara, Zortea, Rodeio, Gaspar, Florianopolis. In questi centri, spiega Minatti, è presente una forte comunità di emigrati e i tre facevano parte di una delegazione dell’Associazione trentini nel mondo. Rino Zandonai, 49 anni, due figlie, è il direttore. Faceva spesso questi viaggi, racconta da Trento Maurizio Tomasi, giornalista coordinatore della rivista dell’associazione. «L’ultimo risale a gennaio, quando era stato in Argentina e Brasile». In una delle ultime fotografie, appare sorridente sul lungomare di Florianopolis. Per Giovanni Battista Lenzi, 60 anni e due figlie, era invece il primo viaggio di questo tipo. Il consigliere comunale è di Samone, un piccolo paese della Valsugana, racconta Giorgio Lunelli, suo collega e amico, che preferisce usare i verbi al presente: mentre parla sono in corso le ricerche dell’Airbus che risulta ancora disperso. Nel villaggio di Lenzi, dice, è stata forte l’emigrazione verso il Sud America alla fine dell’800 e inizi del ’900. «Allora, sui registri, i nostri antenati figuravano come tirolesi e non italiani: da qui i problemi per garantire la cittadinanza alle comunità all’estero. Lenzi stava facendo un grande lavoro a riguardo». Il Trentino è rimasto choccato dalla notizia. Il vicesindaco di Canal San Bovo, paese della val Vanoi, sta guidando. I suoi due cellulari continuano a squillare perché gli abitanti vogliono notizie sul primo cittadino, Luigi Zortea, 67 anni, tre figli. «Sembra proprio che il mio sindaco fosse a bordo dell’aereo - dice - è partito per mettere le basi di un gemellaggio con una cittadina del Brasile fondato dai nostri compaesani»: un villaggio che porta proprio il nome del sindaco, Zortea, 2.879 abitanti.
Il viaggio dei trentini era iniziato il 20 maggio, ricorda Minatti. «A Piraquara c’è stata una grande festa per loro, c’erano 1.500 persone, tutte di origini trentine, c’erano anche piatti tipici trentini». Erano meravigliati, racconta, nel vedere giovani di quarta e quinta generazione parlare il loro dialetto. «Luigi (Zortea) mi ha detto: ascolta, c’è un paese con il mio cognome, voglio andarci». Così siamo stati a Zortea e lui era felice». Nella città di Gaspar, la delegazione ha consegnato 22.375 euro: una «campagna di solidarietà» in favore delle popolazioni trentine vittime dell’alluvione che a novembre ha colpito lo Stato di Santa Catarina. Il denaro servirà a costruire un centro per assistenza ai minorenni con disordini mentali. Anche nello Stato di Minas Gerais è stato inaugurato un progetto di solidarietà: una piscina per l’idroterapia.

«Sono stati una settimana ma è nata una grande amicizia - dice Minatti - abbiamo cercato di spiegar loro il significato del termine portoghese “saudade”, un sentimento nostalgico per qualcosa o qualcuno che amavamo e che è perso, quello che si prova nel veder partire chi sai di non poter rivedere, per esempio. Non riuscivamo a tradurlo, non è infatti semplice nostalgia. Prima di partire Giovanni (Lenzi) mi ha detto: “Adesso ho capito cosa significa saudade”. A ripensarci adesso mi viene una grande tristezza».

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