da Roma
La maggioranza decide di accelerare sul ddl Gentiloni, ma lUdeur si mette di traverso. Ieri lufficio di presidenza congiunto delle commissioni Cultura e Trasporti della Camera ha fissato due sedute la prossima settimana e due per quella successiva, con tempi di discussione ampi. Lesame del testo è fermo allarticolo 1, e nella prossima riunione saranno discussi e votati gli emendamenti al contestatissimo articolo 2 (più di cento), quello sul tetto del 45% della raccolta pubblicitaria per ciascun operatore. Ma in un momento in cui il governo rischia già di implodere su pensioni e giustizia, il partito di Mastella si sgancia. Mauro Fabris annuncia che firmerà «a nome di tutto il gruppo, alcuni emendamenti presentati dallopposizione che prevedono modificazioni allart. 2 analoghe a quelle proposte dallUdeur e ritirati ieri per errore». Il ddl Gentiloni, però, sta troppo a cuore al popolo di sinistra, per limpatto «antiberlusconiano» che avrebbe una volta approvato. Ed è soprattutto questa preoccupazione che anima le repliche che dal centrosinistra arrivano a Fabris. Così Pino Sgobio lo invita a «non creare ulteriori problemi alla maggioranza; capisco le fibrillazioni sulla legge elettorale ma non credo che si possa coinvolgere un disegno di legge delicato come questo. Tra laltro il tema dei limiti antitrust per la pubblicità in televisione è il nodo centrale della riforma e su questo la proposta del governo e fin troppo generosa». Il timore del capogruppo Pdci è che si perda «anche questa occasione per cambiare le cose». Avverte Renzo Lusetti, responsabile Informazione della Margherita, che «la legge Gentiloni non centra nulla con la giustizia. Non possiamo deludere gli impegni presi nel programma», cosa che «risulterebbe difficilmente comprensibile ai nostri elettori». Fabris, da parte sua, nega che latteggiamento dei mastelliani sia legato alle tensioni sulla riforma dellordinamento giudiziario; o al fatto che la raccolta delle firme per il referendum stia per andare in porto. La posizione del partito su questo tema «è nota da tempo alla maggioranza e non solo». «Anche a seguito delle dichiarazioni rilasciate a gennaio dal presidente dellAntitrust Catricalà - continua il capogruppo Udeur - rimaniamo contrari a imporre per legge un tetto alla raccolta pubblicitaria, perché tali limiti ostacolano le potenzialità di sviluppo dei diversi operatori».
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