Cronache

L’Unione fa deragliare il treno veloce

Paola Setti Tutti scuri in volto tranne uno, che non riesce a togliersi il sorriso. Franco Zunino è l’assessore all’Ambiente della Regione. È di Rifondazione comunista e oggi ha vinto la sua battaglia. Piazza De Ferrari, quinto piano, al tavolo che fu dei Grandi della Terra, poi della giunta di Sandro Biasotti e adesso di quella di Claudio Burlando, siedono i rappresentanti di Regione, Provincia, Comune e Autorità portuale, tutti in circolo attorno al ministro delle Infrastrutture Antonio Di Pietro. Recitano il De Profundis al Terzo valico: il treno veloce Genova-Milano è su un binario morto. Introduce il presidente della Regione: «Di inaugurarlo siamo stufi, visto che non si fa». Dà l’estremo saluto il ministro: «Non ci sono i soldi. Quindi il Terzo valico non è fra le priorità. Appena avrò le prime 100 lire per farlo, lo farò», là dove il riferimento al vecchio conio non fa ben sperare. Burlando annuisce con l’aria di chi si rende conto dei problemi. Luigi Merlo l’assessore ai Trasporti distoglie lo sguardo con l’aria di chi ha fatto una brutta figura, che lui una settimana fa rispondendo alle fosche previsioni di Forza Italia («La Regione non insisterà per fare il Terzo valico»), aveva vergato un ruvido comunicato stampa all’urlo di: «È una bufala, l’opera è prioritaria». Zunino invece ridacchia con l’aria di chi l’aveva detto. Non è solo il Requiem. A segnare l’uno a zero di Rifondazione è quello che Burlando dice dopo: «Da qui a quando si farà, le ferrovie si impegnano a far fronte alle esigenze aggiuntive di traffico con sistemi diversi». E cioè potenziamento dei valichi già esistenti, deviazione sul altre linee, e insomma le soluzioni da sempre prospettate da Prc e ambientalisti. C’è uno di quei vecchi cronisti che da 30 anni scrive che il Terzo valico è insostituibile che insorge: «Ci state dicendo che allora è sempre stato inutile?». Ma no, suvvia, spiega Burlando che le ferrovie mica lo garantiscono per sempre il servizio alternativo, ma “solo” per gli anni che ancora bisognerà attendere. Dieci, venti? «Quelli che ci vorranno».
Il retroscena vuole Burlando convinto che non tutto sia perduto, lui spera di poter «soffiare» l’alta velocità alla Val di Susa: il corridoio 5 che va da Lisbona a Kiev, per arrivare a Milano invece che da Lione e Torino potrebbe passare da Marsiglia e Genova. Certo serve qualcuno che lo dica all’Unione europea, e magari all’inferocito presidente della commissione trasporti al Parlamento europeo, Paolo Costa, che ieri ha definito l’opera «una delle priorità assolute europee e imprescindibile per l’assetto infrastrutturale di una Italia che voglia realmente colmare i ritardi finora accumulati» e ha fatto fuoco e fiamme: «La possibilità di co-finanziamento europeo sulla Genova-Rotterdam è dello stesso ordine di super-priorità prevedibile per la Lione-Torino-Trieste-Budapest. Sono in ballo alcuni miliardi di euro provenienti da Bruxelles, per non rinunciare ai quali occorre fin d’ora preoccuparsi del co-finanziamento nazionale». Macché. Spiega Di Pietro che quando ha «preso servizio» al ministero ha trovato nella legge obiettivo «opere per 174 miliardi di euro. Ne mancano almeno 114, quindi è impossibile realizzarle tutte insieme. Dobbiamo stabilire delle priorità, partendo da quelle già iniziate e poi da quelle contrattualizzate». Di qui gli incontri con tutte le Regioni, per la stesura di un documento conclusivo a settembre. Le opere escluse «verranno avviate man mano che riusciremo a liberare risorse». Il Terzo valico è in lunga attesa con la quadruplicazione della Treviglio-Padova e la Pontremolese, per la quale ieri Merlo ha chiamato a raccolta i parlamentari spezzini, e sconta la necessità di finanziare subito la Torino-Napoli.
Tre ore e mezza, è durata ieri la riunione a De Ferrari, dove il ministro e i rappresentanti di Anas, Autostrade e Rfi sono arrivati davvero in forze, davanti alla fontana stavano parcheggiate almeno dieci auto. Per un valico che scompare ci sono due nodi che, si spera, si riusciranno a sciogliere, quello autostradale e quello ferroviario. La Regione ha siglato con Anas e Autostrade l’accordo definitivo per il tracciato della gronda autostradale di ponente e i ministro ha dato mandato ad Anas di avviare il progetto preliminare: ci sono 1,8 miliardi di euro a fronte di un costo finale che dovrebbe sfiorare i 3 miliardi, ma son tutti fiduciosi che Autostrade stanzierà la parte mancante, nell’attesa i lavori partiranno per lotti. Il protocollo di intesa indica anche un nuovo ponte sul Polcevera e lo svincolo di San Benigno. Il progetto prevede poi la realizzazione del tunnel fra Rapallo e Santa Margherita, e altre opere di collegamento tra Rapallo e Zoagli e ai caselli di Chiavari e Lavagna. La Regione ha dato disponibilità alla realizzazione della terza corsia per la A12 Genova-Livorno, che è invece ancora in discussione per la parte toscana. E Anas ha stanziato 33 milioni per cinque interventi già avviati o da iniziare a Genova, Sanremo e Vispa (Savona). Quanto alla Liguria sui binari, entro fine anno sarà avviata la gara d’appalto per il nodo ferroviario di Genova, 622 milioni già finanziati. Fra le priorità anche il completamento del raddoppio della Genova-Ventimiglia tra Finale Ligure e Andora: resta da rifinanziare l’ultimo tratto, 30 chilometri da Andora a Finale, Burlando ha avuto rassicurazione che i fondi saranno previsti nella prossima Finanziaria.
Ripartito Di Pietro, i liguri son tornati a rinfacciarsi le responsabilità sul treno veloce mancato. Da registrare l’uscita di Graziano Mazzarello, senatore Ds ed ex assessore ai Trasporti della Regione: tutta colpa di chi sul terzo valico l’ha inaugurato troppe volte.

Cita su tutti l’ex governatore Biasotti, dimentica di citare se stesso, ma certo era sottinteso.

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