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«L’Unione spieghi perché Scaramella resta in carcere»

«L’Unione spieghi perché Scaramella resta in carcere»

da Roma

I giorni passano, la reclusione preventiva di Mario Scaramella resta. È giunta ormai al 45° giorno la permanenza dell’ex consulente della commissione Mitrokhin, contro il quale pende un’accusa di calunnia, nel carcere di Regina Coeli. Una circostanza giudicata abnorme da Forza Italia che, dopo aver monitorato con attenzione la vicenda, appare intenzionata a sollevare con sempre maggior forza la questione.
L’obiettivo del partito di Via dell’Umiltà è quello di rompere il velo del silenzio e lanciare un segnale politico forte, tornando ad accendere i riflettori su una vicenda dai contorni ancora in larga parte oscuri. Un obiettivo che prima il senatore Lucio Malan, il 2 febbraio scorso, poi il vice coordinatore azzurro Fabrizio Cicchitto e il senatore Gaetano Quagliariello stanno perseguendo con gesti concreti. I parlamentari di Forza Italia, infatti, si sono recati al carcere di Regina Coeli a visitare Scaramella. Un’iniziativa di civiltà e solidarietà che ha, però, subito fatto scattare la reazione sdegnata dell’Unione.
I due parlamentari azzurri non avevano neppure concluso la loro visita che già un comunicato di accusa campeggiava sulle agenzie. «Si apprende dalle agenzie di stampa che questa mattina i parlamentari di Forza Italia Fabrizio Cicchitto e il senatore Gaetano Quagliariello si sono recati in visita al carcere di Regina Coeli dove si sono intrattenuti con il professor dottor Mario Scaramella» ironizzava in una nota il vicepresidente dei deputati dell’Ulivo, Gianclaudio Bressa. «Un grazie sentito e sincero per il bel gesto perché si sentiva davvero il bisogno di non perdere il contatto con una fonte così preziosa di verità». Pronta la replica congiunta di Fabrizio Cicchitto e Gaetano Quagliariello. «Mario Scaramella è in carcere da quarantacinque giorni per un’accusa di calunnia. Questa realtà per noi è degna di attenzione. Per l’onorevole Bressa, invece, sembra sufficiente non essere fonte preziosa di verità per finire in galera e restarci».
Chiuso il capitolo della polemica a distanza, il senatore azzurro torna sulla vicenda Scaramella. «Intendo prendere una iniziativa sulla segretazione degli atti della commissione già la settimana prossima» annuncia Quagliariello. «La visita di oggi aveva caratteri più ampi e riguardava l’intero istituto di pena. Ma ha anche il senso di informarsi su una situazione che a noi sembra degna di attenzione perché non si possono dimenticare le ragioni dell’umanità nel nome della contrapposizione politica. Stupisce questo comportamento soprattutto da parte di chi si spaccia per garantista a giorni alterni».
Sulla vicenda ritorna anche un altro senatore di Forza Italia, Lucio Malan, che ha incontrato il detenuto venerdì scorso. «Rispetto alla mia prima visita, avvenuta il 28 dicembre, ho visto il dottor Scaramella decisamente più provato. Più di quaranta giorni di detenzione con un regime che pur non essendoci isolamento giudiziario è di fatto molto duro, con gravi limitazioni, non possono restare senza conseguenze anche su un uomo giovane e equilibrato come lui. Se poi penso alle motivazioni del suo trattenimento in stato di detenzione sono veramente sgomento. Una presunta calunnia ai danni di un ex agente dei servizi segreti russi, consistita nell’aver riportato alle autorità nel novembre 2005 notizie ricevute da Litvinenko, il quale non è mai stato sentito o cercato dai magistrati. Grazie a quelle notizie sono stati arrestati sei criminali in possesso di esplosivi. Ma nel frattempo Litvinenko è stato assassinato e non può più essere sentito per scagionare Scaramella.

In ogni caso, quaranta giorni di carcere preventivo per una presunta calunnia, consumata da ben più di un anno credo che rappresentino davvero un caso unico».

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